(ASI) Caracas - Salutandovi con affetto, mi permetto di dirigermi a voi per denunciare i gravi avvenimenti che si stanno producendo contro la pace e la stabilità del Venezuela, in un momento nel quale le preoccupazioni degli Stati e dei Governi dovrebbero essere concentrate sulla tutela della salute e della vita delle popolazioni, data l’accelerazione della pandemia di Covid-19.
È noto come lo scorso 26 marzo il governo degli Stati Uniti abbia annunciato una gravissima iniziativa contro un gruppo di alti funzionari del governo venezolano, compresa la mia persona, nella mia qualità di Presidente costituzionale della Repubblica bolivariana di Venezuela.
Tale iniziativa ha consistito nella presentazione di una denuncia formale di fronte agli organi giudiziari statunitensi, accusa del tutto illegale, che si basa su di una falsa accusa di narcotraffico, del tutto infondata, con l’unico motivo di sottoporre ad azione giudiziaria le autorità venezolane.
La sceneggiata statunitense include l’offerta di una taglia in denaro a chi fornisca informazioni sul Presidente e gli alti funzionari venezolani, introduce un forte elemento di tensione nel continente e mi spinge a rivelare alcuni fatti che mostrano quale trama vi sia dietro le accuse del Dipartimento di Giustizia statunitense. Il giorno precedente, 25 marzo, la Repubblica bolivariana di Venezuela aveva denunciato all’opinione pubblica nazionale ed internazionale, l’attuazione su territorio colombiano di un’operazione avente per obiettivo attentare alla vita del Presidente, dei suoi familiari e di alti funzionari dello Stato, nonché attaccare obiettivi civili e militari nel nostro Paese, indicando come responsabile di tale operazione il signor Cliver Alcalá, generale a riposo delle Forze armate venezolane.
Tale denuncia venne effettuata molto responsabilmente dopo che, il 24 marzo si era svolta un’operazione di polizia su di una strada della Colombia settentrionale, non lontano dalla frontiera venezolana, che aveva portato a individuare un carico d’armi su di un’automobile civile. L’indagine stabiliva che si trattava di armamenti sofisticati destinati a ex militari e paramilitari venezolani e colombiani che si addestrano in accampamenti situati in territorio colombiano.
Il 26 maggio il citato Cliver Alcalá dichiarava a un mezzo di informazione colombiano, dalla sua residenza nella città di Barranquilla, ammettendo le sue responsabilità in merito, affermando di essere il capo dell’operazione militare in questione e di aver acquistato gli armamenti su incarico di Juan Guaidó, sedicente Presidente ad interim ed agente di Washington in Venezuela.
Al tempo stesso, confessava che gli armamenti in questione erano destinati a un’operazione militare su territorio venezolano avente lo scopo di assassinare alte personalità dello Stato e del Governo venezolano e di causare un colpo di Stato in Venezuela.
Il signor Alcalá dichiarava che gli armamenti erano stati acquistati in base a un contratto firmato da lui medesimo, da Guaidó, da consiglieri statunitensi e dal signor Juan José Rendón, consigliere politico del presidente Ivan Duque, contratto di cui sono a conoscenza le autorità del governo colombiano. Di fronte a tale confessione, l’insolita risposta del governo statunitense è stata quella di rendere pubbliche le accuse riferite all’inizio di questa lettera, facendo in modo stravagante il nome del signor Alcalá, come se fosse parte delle autorità venezolane e non un mercenario assoldato dagli Stati Uniti per portare a termine un’operazione terroristica contro il governo venezolano.
A dimostrazione di ciò, sarà sufficiente menzionare la pretesa cattura del signor Alcalá da parte delle forze di sicurezza colombiane e la sua immediata consegna alle autorità DEA statunitense, in un bizzarro atto nel quale il colpevole, senza manette, si accomiatava da coloro che lo avevano catturato stringendo loro le mani, proprio ai piedi della scaletta dell’aereo che lo avrebbe condotto con volo speciale per VIP fino negli Stati Uniti, dimostrando che in realtà la pantomima era finalizzata a mettere in salvo un agente degli Stati Uniti. È necessario sottolineare come l’operazione armata fallita avrebbe dovuto essere eseguita alla fine del presente mese, mentre tutto il Venezuela sta lottando contro la pandemia del COVID-19, la principale battaglia che preoccupa attualmente l’umanità. Lotta che il nostro Paese sta conducendo con successo, riuscendo a contenere la curva dei contagi, rafforzando i presidi sanitari e mantenendo la popolazione in quarantena di massa, con un numero esiguo di positivi e decessi.
In base a quanto precede, il governo della Repubblica bolivariana di Venezuela mette in allarme i nostri fratelli e sorelle delle organizzazioni politiche e movimenti sociali del mondo, in ordine ai passi temerari e criminali compiuti dall’amministrazione di Donald Trump la quale, nonostante la paurosa accelerazione della crescita del COVID-19 che sta colpendo il popolo statunitense, sembra decisa a portare avanti la sua politica di aggressione contro gli Stati sovrani della regione e in particolare il popolo venezolano.
Durante questa pandemia, il governo statunitense, invece di concentrarsi sulle politiche di cooperazione a livello mondiale per la salute e la prevenzione, ha incrementato le misure coercitive unilaterali e respinto le sollecitazioni della comunità internazionale a eliminare o rendere più flessibili le sanzioni che impediscono la Venezuela di accedere a medicine, attrezzature mediche ed alimenti.
Allo stesso tempo, ha vietato la realizzazione di voli umanitari dagli Stati Uniti in Venezuela per rimpatriare centinaia di venezolani intrappolati nella crisi economica e sanitaria che sta vivendo il Paese del Nord.
Il Venezuela, nel denunciare questi gravi fatti, conferma la sua volontà irriducibile di mantenere relazioni di rispetto e cooperazione con tutte le nazioni, tanto più in questa inedita circostanza, costituita dalla pandemia di COVID-19, che obbliga i governi responsabili a lavorare uniti e mettere da parte le divergenze. Di fronte a circostanze di tale gravità, chiedo ancora una volta il vostro inestimabile apporto per denunciare questa persecuzione insolita ed arbitraria, che si porta avanti nel contesto di una versione aggiornata del bieco maccartismo scatenato dopo la seconda guerra mondiale.
A quel tempo, etichettavano i loro avversari come “comunisti”, oggi lo fanno usando categorie stravaganti di “terroristi” o “narcotrafficanti” senza poter provare in alcun modo le loro accuse. Condannare e neutralizzare oggi questi attacchi ingiustificabili contro il Venezuela, sarà molto utile per evitare che in futuro Washington intraprenda campagne di questo genere contro altri popoli e governi del mondo. Dobbiamo stringerci tutti attorno ai principi della Carta delle Nazioni Unite, quali il diritto all’autodeterminazione, la sovranità, la pace e l’indipendenza dei Popoli, per evitare che l’unilateralismo senza misura ci porti al caos internazionale.
Fratelli e sorelle del mondo, abbiate l’assoluta certezza che Venezuela continuerà con fermezza la sua lotta per la pace e, in ogni circostanza, prevarrà. Nessuna aggressione imperialista, per feroce che sia, ci farà deviare dal cammino sovrano e indipendente che abbiamo messo a punto duecento anni fa, e neanche ci potrà allontanare dal sacro dovere di preservare la vita e la salute del nostro popolo di fronte alla paurosa pandemia mondiale del COVID-19.
Voglio approfittare di questa opportunità per esprimere la mia solidarietà e quella del popolo venezolano a tutti i popoli che oggi soffrono le gravi conseguenze della pandemia. Se siamo obbligati a trarre degli insegnamenti da tutta questa difficile esperienza, sono proprio quelli secondo i quali ne potremo uscire solo uniti. I modelli politici ed economici che esaltano l’egoismo e l’individualismo hanno dimostrato il loro totale fallimento davanti a una situazione di questo tipo. Avanziamo con fermezza verso un nuovo mondo caratterizzato da giustizia ed uguaglianza sociale, nel quale la felicità e la pienezza dell’essere umano sia al centro della nostra azione.
Ringrazio per la solidarietà che sempre avete espresso verso il mio Paese e il mio popolo, denunciando il blocco criminale di cui siamo vittime, al pari di molte altre nazioni. Approfitto dell’occasione per ribadirvi il mio rispetto e il mio affetto, invitandovi a continuare a lavorare per un futuro di speranza e di dignità.
Nicolás Maduro Moros