Secondo Frattini e su suggerimento di Tel Aviv, il popolo Palestinese non ha diritto ad essere riconosciuto come Nazione e come Stato perché questo contrasta con il progetto della “Grande Israele” che i sionisti non hanno mai abbandonato nemmeno quando hanno fatto finta di volere negoziare la pace.
Potremmo ricordare a Frattini ed a Israele come avvenne la fondazione dello stato Israeliano che nacque contro la legittimità internazionale ed ebbe come levatrice il terrorismo dell’Aganà e dell’Irgun che non fu certo meno feroce e più umano di quello di Al Fatha, ma che fu riconosciuto come Stato dal consesso internazionale, ma sappiamo che la regola in questi casi è quella dei due pesi e delle due misure anche perché la legittimazione sionista nasce dal concetto biblico della assoluta superiorità del popolo ebraico, “prediletto dal Signore” ed unico depositario del concetto stesso di “Umanità” ( basta, per constatare questo, una veloce lettura della bibbia e del talmud ).
Non lo vogliamo fare perché la posizione di Frattini è pregiudiziale ed obbedisce a precise istruzioni di scuderia che nessun ragionamento può fare recedere, ma denunciamo con forza la palese ingiustizia che si sta perpetrando da decenni da un occidente condizionato economicamente e politicamente dal potere del Sionismo internazionale, contro il sacrosanto diritto del popolo Palestinese di essere un popolo libero e sovrano sulla propria terra dalla quale è stato proditoriamente cacciato dagli israeliani che hanno poi perseguitato i Palestinesi in mille modi inumani come dimostrano le stragi di Sabra e Chatila ed i massacri di Gaza!
E’ ora che anche la politica estera italiana non sia più soggetta a condizionamenti stranieri, ma si basi su principi di equità, di giustizia e di riconoscimento dei diritti dei popoli al di fuori di ogni massoneria economica, religiosa o razzista perché così è giusto e perché questo coincide alla fine con i veri interessi del popolo italiano!