(ASI) Si rialza la tensione in Venezuela dopo che i deputati dell’Assemblea nazionale, il parlamento di Caracas, hanno deciso di voltare le spalle al golpista Juan Guaidò nel tentativo di normalizzare la situazione.
I deputati infatti hanno deciso di eleggere Luis Parra, esponente dell’opposizione antichavista che ha la maggioranza nella Aula, al posto di Guaidò quale presidente dell’assemblea; da segnalare che allo stesso Guaidò le forze di polizia avevano impedito l’ingresso in Parlamento in quanto autore di un colpo di Stato.
Nonostante l’autoproclamatosi presidente ad interim ha definito l’accaduto “un golpe contro il Parlamento, realizzato in associazione con la dittatura, avvenuto con il sequestro di un gruppo di deputati, senza quorum e privo di qualsiasi legalità costituzionale”, in pratica ribaltando le accuse che gli sono state mosse un anno quando ha assunto da solo la presidenza del paese.
Parra ha ottenuto i voti delle opposizioni, ma non quelle vicine a Guiadò, ed anche i 44 esponenti del partito del presidente eletto Nicolas Maduro.
L’elezione di un nuovo presidente è stata resa possibile da un accordo sottoscritto dalle opposizioni nel 2016 che prevedeva una rotazione annuale alla presidenza, che nel 2020 sarebbe dovuta andare alla minoranza interna. La perdita di questa carica da parte di Guaidò, eletto appunto un anno fa, però sancisce anche il suo ruolo di presidente ad interim in quanto presidente del Parlamento, (a norma di legge avrebbe anche dovuto indire nuove elezioni politiche ndr) motivo per cui gli uomini vicini al golpista hanno provato a bloccare il voto.
La vicenda ha ovviamente rilanciato lo scontro dentro e fuori il paese.
Gli Usa, la Ue, e i paesi del Gruppo di Lima hanno condannato l’operazione mentre Russia, Cina e India, hanno ribadito il sostegno al legittimo governo bolivariano.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia