(ASI) In una Bolivia sempre più nel caos e sempre più vicina ad una guerra civile, Jeanine Anez, che si è autoproclamata presidente in sostituzione del dimissionario, per molti non per sua volontà, Evo Morales, ha finito di nominare la propria squadra di governo, cercando di non scontentare nessuno e dando una poltrona ad almeno tutti i partiti di opposizione nonostante avesse annunciato la volontà di dar vita ad “gabinetto tecnico perché la missione principale è quella di ripristinare in maniera immediata i servizi degli enti pubblici”.
La crisi in Bolivia, iniziata dopo le controverse elezioni dello scorso 20 ottobre, ha visto un'accelerazione dopo le dimissioni di Morales, arrivate domenica su pressione delle forze armate; secondo le opposizioni il presidente aveva fatto questo passo dopo aver appreso di un rapporto dei tecnici dell'Osa, che denunciava "vizi" nelle procedure di voto e di scrutinio delle elezioni del 20 ottobre.
Dopo le dimissioni Morales ha lasciato il paese rifugiandosi a Città del Messico, dove è stato accolto dal ministro degli Esteri Marcelo Ebrard.
Dopo essersi autoproclamata presidente la Anez ha annunciato di “voler governare anche senza approvazione di Camera e Senato” di aver avviato una “indagine approfondita” sui quasi 14 anni di governo di Morales, di pensare ad una amnistia per gli oppositori all'estero, e di voler realizzare elezioni “al più presto”.
Fabrizio Di Ernesto-Agenzia Stampa Italia