(ASI) Gli Usa vogliono risolvere la crisi positivamente. Il ministro degli Esteri americano ha provato a gettare oggi acqua sul fuoco in merito alle tensioni, in corso con l’Iran, auspicando che tale intenzione sia condivisa anche dalla controparte.
Mike Pompeo ha ribadito però, al contempo, che il “comportamento minaccioso” di Teheran “non sarà tollerato”, in riferimento all’azione ostile contro le raffinerie di Riad avvenuta sabato scorso. Il segretario di Stato ha mostrato inoltre la propria soddisfazione per la scelta, di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, di entrare nella coalizione internazionale istituita per garantire maggiori tutele alla navigazione marittima regionale. Il numero uno della diplomazia d’oltreoceano ha raggiunto così l’obiettivo della sua visita, nell’area, volta a rassicurare gli alleati dopo l’ “attacco mai visto prima” sferrato dalla Repubblica Islamica, che si è detta invece estranea, verso i due impianti di greggio più importanti del mondo. Il responsabile della politica estera di Donald Trump sta rientrando a Washington, da dove Il leader della Casa Bianca è tornato ad usare una retorica aggressiva nei confronti del paese degli Ayatollah. “E’ possibile che non avremo una soluzione pacifica”, ha confidato il tycoon su Twitter. “Siamo pronti alla guerra totale e a combattere fino all’ultimo soldato americano”, in caso di attacco contro di noi, aveva fatto sapere qualche ora prima il responsabile del dicastero degli Esteri iraniano, Javad Zarif, in un’intervista alla tv Cnn. Sono ore quindi di forte tensione anche nella residenza presidenziale Usa, in cui sono previste per oggi e domani altre riunioni dei vertici del Pentagono e dell’intero consiglio di sicurezza nazionale. Il Comandante in capo rivolgerà nelle prossime ore, come ha affermato lui stesso ieri, un “importante annuncio”. Molti hanno interpretato la frase, in assenza di ulteriori particolari, ipotizzando che illustrerà i dettagli relativi all’inasprimento delle sanzioni nei confronti della nazione dei Pasdaran. Non è possibile escludere però il via libera ad una rappresaglia insieme all’alleato saudita. La supposizione è anche plausibile per il test di quest’ultimo, effettuato in giornata a scopo precauzionale, delle sirene anti aeree. La preoccupazione è elevatissima anche per la massima allerta dell’esercito del Kuwait e l’arrivo nel Golfo Persico, denunciato dal ministero della Difesa russo, di 3 cacciatorpedinieri Usa. Mosca continua a chiedere, insieme a Pechino, massima prudenza e indagini imparziali sulla tragedia, dello scorso fine settimana, definita da più parti “l’11 settembre saudita”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia