(ASI) “Vedo che c’è parecchio interesse nei confronti del tweet che il presidente Trump ha fatto al termine del suo incontro del G7 in Francia”. E’ stato “semplicemente di cortesia, dato che ha incontrato a lungo privatamente il primo ministro inglese Boris Jonhson, quello giapponese e altri”, ma non il numero uno di palazzo Chigi Giuseppe Conte “perché oggi ricopre questa posizione, ma domani o dopodomani potrebbe non assumere più tale ruolo”.
George Guido Lombardi non ha espresso dubbi, sul caso scaturito dal cinguettio giunto tramite il noto social network in un momento di difficoltà per la vita politica del nostro paese, in un’intervista ad Agenzia Stampa Italia. Il presidente Usa – ha aggiunto l’amico del leader della Casa Bianca ai microfoni del nostro direttore Ettore Bertolini - “si è sentito in dovere di esprimere l’elogio in base ai rapporti personali del passato, ma in nessun modo quel tweet ha rappresentato una benedizione ad un ipotetico governo giallo – rosso”. Il noto imprenditore ha specificato però che se tale esecutivo dovesse essere formato, “i pochi investimenti che già sono in lista probabilmente si prosciugherebbero a zero”. L’analista politico ha evidenziato che, dall’incontro dei Grandi, è emersa pure la rassicurazione degli Usa in merito al proseguimento della relazione speciale, verso la Gran Bretagna, che potrebbe manifestarsi anche mediante la disponibilità di Washington a sostenere finanziariamente il Regno Unito dopo la Brexit. Ha ricordato inoltre l’accordo tra il tycoon e il Giappone per l’aumento di acquisti di beni alimentari d’ oltreoceano, “dato che la Cina li sta riducendo”. Tali intese bilaterali hanno rafforzato l’asse, con Tokyo e Londra, per tornare a sviluppare relazioni internazionali importanti “ad est e ad ovest”. “L’Italia potrebbe essere ancora un buon alleato”, insieme al Canada, “ma vediamo come si svilupperà questa crisi di governo” in corso a Roma. L’immobiliarista ha parlato delle recenti riduzioni dei tassi d’interesse. L’abbassamento di questi ultimi, da parte della Federal Reserve (Banca centrale americana), non sostiene a suo giudizio l’economia, in quanto “aiuta i governi a prendere altri soldi in prestito pagando pochissimo”, ha spiegato il saggista. E’ utile invece “la riduzione del debito governativo che è di 18 mila miliardi”. Il boom economico avviene – ha concluso lo scrittore - grazie ad “un cambiamento delle regole nelle importazioni, esportazioni, nel mercato del lavoro e con la fiducia nel futuro da parte del consumatore”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia