(ASI) Gli Stati Uniti hanno realizzato, giovedì scorso su ordine di Donald Trump, una serie di attacchi informatici contro un gruppo, dei servizi segreti iraniani, responsabile secondo gli Usa dei danni causati recentemente alle petroliere nel Golfo dell'Oman.
Lo hanno riferito, nelle ultime ore, i media americani. L'operazione ha colpito i computer, usati dai Pasdaran per controllare i lanci di razzi e missili, mettendoli fuori servizio. L’iniziativa è avvenuta lo stesso giorno in cui il leader della Casa Bianca ha fermato le operazioni belliche tradizionali, previste a scopo punitivo, contro il territorio della Repubblica Islamica. Quest’ultima è accusata dal tycoon di avere distrutto, qualche giorno fa, un aereo senza pilota del pentagono. Il drone stava volando, a parere di Washington, nello spazio aereo internazionale, ma il governo degli Aytollah ritiene che fosse in quello di sua competenza. La possibilità di una guerra non è però scongiurata, dal momento che il numero uno d’oltreoceano ha detto che è stata solo sospesa e che l’opzione rimane pertanto “ancora sul tavolo”. Incontrerà, nelle prossime ore a Camp David dove si trova per il fine settimana, i vertici della Difesa per fare il punto della situazione. Ha mostrato tuttavia la propria disponibilità al dialogo, chiedendo l’avvio di trattative volte a raggiungere un altro accordo sul nucleare, affinchè la controparte non produca le bombe atomiche. Il parlamento di Teheran ha respinto l’invito alla diplomazia. “Morte all’America!”, hanno cantato questa mattina più volte i deputati. Essa propone negoziati, ma “fornisce armi ai terroristi”, ha accusato il vicepresidente dell’Assemblea Masoud Pezeshkin.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia