(ASI) Washinton - Il ministro israeliano Barak è in visita negli Stati Uniti, dove è stato ricevuto dal Segretario di Stato Hillary Clinton. Inoltre, dopo il colloquio avuto con il Segretario alla Difesa americano Leon Panetta, quest'ultimo ha ribadito l'“incondizionato sostegno” degli USA alla “sicurezza di Israele”.
Secondo l'’IRIB, durante l’incontro di giovedì a Washington, Panetta ha inoltre spiegato che gli Usa continueranno a garantire “la superiorità militare di Israele nella zona”.
Di fatto il Governo di Tel Aviv, nonostante gli USA siano sull'orlo di un crollo finanziario senza precedenti e per i cittadini americani si prospettino tagli sociali importanti, riceverebbe ugualmente qualcosa come 3 miliardi di dollari annui di aiuti diretti. Senza considerare che li Stati Uniti già mettono a disposizione di Israele tecnologie che normalmente non vengono date a nessuno degli alleati all’interno della Nato.
Dunque un sostanzioso sostegno economico, che viene elargito, nonostante la micidiale crisi che gli Usa stanno vivendo e nonostante l' U.s. Generale Accounting Office sostenga che Tel Aviv condurrebbe ai danni degli Usa “le operazioni di spionaggio più aggressive tra tutti gli alleati”.
Però, anche a causa di queste voci di bilancio secondarie e non essenziali per il paese e per gli enormi sacrifici, che esse comportano per la massa della popolazione lavoratrice e produttiva statunitense, cresce il dissenso verso il Governo Federale. Infatti il popolo americano comincia ad interrogarsi sulla necessità e utilità di questi significatici aiuti ad Israele che vanno a danno delle spese sociali – come dimostrano i tagli alla sanità che il Governo sembra determinato ad attuare –, nonché sul fatto che le richieste di Israele mantengano comunque la priorità su quelle legittime degli statunitensi.
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