(ASI) L’autoproclamato presidente, Jhuan Guaidò, ha annunciato nelle ultime ore di aver preso il controllo delle risorse del paese all’estero. Gli Stati Uniti, che appoggiano il leader trentacinquenne, hanno fatto sapere che sanzioneranno pesantemente la compagnia petrolifera nazionale di Caracas. La decisione, a parere del segretario al Tesoro Usa Steve Muchin che ha spiegato il provvedimento in una conferenza stampa alla Casa Bianca, ostacolerà le attività dell’importante azienda per un valore di 7 miliardi di dollari.
Il ministro ha aggiunto che altri 11 non entreranno nelle casse pubbliche venezuelane, a causa dei futuri mancati guadagni derivanti dall’adozione di tale azione restrittiva. Era presente all’appuntamento, con i giornalisti, anche il consigliere per la sicurezza nazionale americana, John Bolton, che ha ribadito che “tutte le opzioni” contro Nicolas Maduro (appoggiato da Mosca e Pechino ndr) “sono sul tavolo”, appellandosi all’esercito locale per esautorarlo. Ha invitato dunque il capo dei stato eletto a tutelare il giovane esponente del parlamento ben visto dall’Occidente e i diplomatici di Donald Trump, presenti in loco, evocando il rischio di un conflitto nel caso in cui tutto ciò non dovesse succedere. Le manifestazioni organizzate, il 30 gennaio e il 2 febbraio prossimi, potrebbero concretizzare i pericoli evocati per la presenza di probabili scontri tra l’opinione pubblica e i militari. L’attuale ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, ha ammesso che stanno proseguendo i contatti diplomatici col tycoon, al di là delle minacce di queste ore. Il responsabile della diplomazia non ha nascosto che il suo governo è disponibile ad approfondire il dialogo per risolvere la crisi pacificamente, specificando però che al momento non sarebbe ancora giunta nessuna risposta in merito dalla Sala Ovale. Tutti auspicano che l’appello non cada nel vuoto e che non scoppi una guerra che potrebbe vedere, su fronti opposti, potenze regionali e mondiali come la Russia, insieme alla Cina, da una parte e gli stessi Stati Uniti dall’altra.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia