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(ASI) Testimonianze locali parlano di squadre speciali delle forze armate britanniche presenti a sostegno della P.S.N.I
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La notte del Bonfire – quella tra l’11 e il 12 luglio -, dove i lealisti accendono centinaia di falò bruciando la bandiera repubblicana e i simboli della comunità cattolica irlandese per ricordare i fuochi che illuminavano la navigazione notturna delle truppe di Guglielmo d’Orange nel 1690, è stata caratterizzata da violenti scontri.





In diverse zone di Belfast i nazionalisti repubblicani hanno affrontato la P.S.N.I. – Police Service of Northern Ireland –. Nonostante una pacificazione di facciata, il bollettino della notte di guerriglia nordirlandese parla di circa duecento persone coinvolte, di ventidue poliziotti feriti, di più di quaranta molotov lanciate e di diversi spari di arma da fuoco partiti dai volontari della Real Ira che stavano in pattugliamento sin dal pomeriggio.

Solo nella notte inoltrata di ieri era tornata la calma. Una calma apparente che è durata anche nelle prime ore pomeridiane quando la parata inaugurale dell’Orange Order del 12 luglio, nella zona di Ardoyne a nord di Belfast, è passata in maniera pacifica. Gli incidenti, poi, hanno avuto inizio verso le 19.00 quando gli ufficiali della P.S.N.I. sono stati attaccati mentre aprivano il varco per il tragitto di ritorno della parata lealista. Da una parte i ragazzi repubblicani armati di molotov, mattoni e fuochi pirotecnici e, dall’altra parte, la polizia che ha risposto con numerosi spari di proiettili di gomma e con i cannoni ad acqua.

David Blevins, corrispondente di Sky Irlanda, presente ad Ardoyne nel momento degli scontri ha affermato: "Le bombe molotov, ad un certo punto, sembravano piovere sulle linee della polizia – e ha continuato – ne ho contate almeno trenta nel giro di un minuto”. Questa volta si contano sedici poliziotti feriti – nessuno in pericolo di vita –, un bambino di undici anni – abbastanza grave - e un fotoreporter colpiti da una pallottola di plastica. L’assistente capo della P.S.N.I. Alistair Finlay, ha dichiarato: "la violenza è stata intensa e sostenuta e un poliziotto è stato avvolto dalle fiamme dopo essere stato colpito da una bomba incendiaria – e ha concluso – visioneremo i filmati delle telecamere e porteremo i colpevoli in tribunale”. Testimonianze locali parlano “di aver notato una ventina di agenti dallo spiccato accento inglese che si tratterebbero quasi certamente di squadre speciali delle forze armate britanniche come il S.R.R. - Special Reconnaissance Regiment – e il S.A.S. - Special Air Service –” già intervenuti in Irlanda del nord durante i gravi scontri degli anni passati.

L’Operation Banner era il nome operativo per il funzionamento delle forze armate britanniche in Irlanda del nord dal 1969 al 2007 ed era stata fatta dal governo per sostenere la R.U.C. - Royal Ulster Constabulary -. Dopo l’accordo del 1998 a Belfast l’operazione doveva essere stata gradualmente ridotta fino al completamento del ritiro che è stato dichiarato concluso nel 2007. In un articolo tratto dal sito del Daily Mail si legge: “uomini della Special Air Service sono attualmente in attività in Medio Oriente, Irlanda del Nord, Bosnia, Afghanistan e Macedonia, più una serie di altre località segrete in tutto il mondo”.

E ancora, questa volta nel sito dell’Indipendent, in un articolo datato 2010, leggiamo: Uno dei più alti ufficiali dell'esercito britannico è stato inviato in Irlanda del Nord per aiutare a pianificare la strategia per combattere la crescente ondata di violenza dei dissidenti repubblicani”. Se così fosse, l’occupazione militare di sua maestà che doveva terminare nel 2007 è ancora in atto. Le violenze, nella giornata più temuta delle parate orangiste dove viene celebrata la vittoria di Guglielmo III d’Orange sul cattolico Giacomo II nella battaglia del Boyne nel 1690, sono esplose anche a Derry, dove un automezzo è stato dato alle fiamme vicino al Free Derry Corner e altri incidenti sono avvenuti in altre parti della città. Lanci di pietre anche ad Armagh, Ballymena e Newry. Oggi come allora, per le comunità nazionaliste, il fuoco della rivolta è ancora acceso.

 

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