(ASI) Nicolas Maduro, il presidente del Venezuela, ha illustrato in diretta televisive le prove raccolte dagli inquirenti sull’attentato avvenuto sabato scorso a Caracas in occasione della parata in occasione dell’anniversario della fondazione della Guardia nazionale.
Come anticipato da Maduro già domenica tutte le prove ricondurrebbero alle responsabilità dell’opposizione venezuelana, in particolare del partito Prima la giustizia, che avrebbe agito con l’appoggio delle autorità della Colombia. Una volta pronto il dossier, ha annunciato il presidente, per tutti i responsabili sarà chiesta l’estradizione perché possano rispondere davanti alla magistratura venezuelana.
Il primo mandatario venezuelano ha anche aggiunto che la base degli attentati è Miami, dicendosi fiducioso sul fatto che il suo omologo statunitense Donald Trump si adoperi in tal senso.
Parlando dalla residenza presidenziale, Palazzo Miraflores, Maduro ha mostrato quattro video grazie ai quali è stato possibile ricostruire la traiettoria dei droni che, secondo la ricostruzione delle forze di sicurezza venezuelane, hanno puntato al presidente. Dieci minuti dopo il presunto tentativo di attentato, i primi due individui coinvolti nell’azione erano già stati catturati, grazie alla collaborazione di alcuni cittadini che hanno fornito informazioni utili alle autorità: alcuni residenti avrebbero notato due individui sospetti scendere da un furgoncino e, subito dopo, far volare i droni. Una volta sentite le esplosioni i cittadini avevano intuito che i due soggetti potevano essere coinvolti.
In manette è finito il deputato Juan Requesens e sua sorella Rafaela, dirigente di un movimento studentesco. Ancora una volta Maduro ha sottolineato che gli autori del presunto attentato sono stati addestrati in Colombia, nel nord dello stato di Santander: “È chiaro e abbiamo le prove della partecipazione del governo colombiano”, aveva riferito, aggiungendo “sono ancora sorpreso da quello che stiamo scoprendo, dall'intervento dell'oligarchia colombiana e all’utilizzo di metodi fascisti da parte di importanti leader politici dell'opposizione”.
Secondo Maduro gli attentatori avrebbero ricevuto un compenso di 50 milioni di dollari ed un visto per gli Usa. In totale sarebbero 11 le persone coinvolte nell’organizzazione dell’attentato.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia