(ASI) Riprende oggi in Nicatagua il "dialogo nazionale" nel tentativo di mettere fine alla crisi sociale che da due mesi sta funestando il paese ed ha causato circa 200 morti. All'incontro odierno, propiziato dalla Conferenza episcopale locale (Cen), dovrebbero prendere parte i rappresnetanti del governo di Daniel Ortega e dell'Alleanza civica, ovvero l'insieme delle forze politiche e sociali dell'opposizione.
Una delegazione della commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) è atterrata ieri nel paese centroamericano per integrare il Meccanismo speciale di accompagnamento per il Nicaragua (Meseni), uno degli organismi disegnati nell'accordo che apre il processo negoziale. La Cidh, che aveva effettuato già dal 17 al 21 maggio una missione nel paese centroamericano, ha presentato all'Organizzazione degli stati americani (Osa), un rapporto nel quale documentava la morte di 212 persone a tutto il 6 giugno.
Sempre oggi dovrebbe arrivare nel paese centroamericano, per prendere parte all'incontro, una rappresentanza dell'ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani: a loro spetterà il compito di "mantenere una presenza in loco per tutto il tempo utile ad accompagnare la Commissione di verifica e sicurezza, e monitorare la situazione dei diritti umani", in "stretto coordinamento" con la Cidh.
Nello scorso fine settimana, secondo quanto riferisce il Centro nicaraguense per i diritti umani (Cenidh), almeno otto persone, tra cui un bambino di un anno, hanno perso la vita durante gli scontri registrati. La Cenidh, che sta in queste ore facendo ampio ricorso a video e messaggi sui social network, segnala che dalla mezzanotte di venerdì e per otto ore le forze di sicurezza, polizia, militari e paramilitari hanno effettuato incursioni in diversi quartieri della capitale e nella sede dell'Università autonoma del Nicaragua (Unan), occupata da diverse decine di studenti. Secondo le stesse fonti, il bambino deceduto sarebbe stato raggiunto da un colpo d'arma da fuoco alla testa nel corso di scontri registrati in un quartiere periferico di Managua.
Nella giornata di sabato, la Conferenza episcopale del Nicaragua (Cen) ha fatto sapere che per far ripartire il dialogo che metta fine alla crisi, attende dal presidente Daniel Ortega una risposta "ufficiale e formale" alla richiesta di anticipare le elezioni generali a marzo del 2019. Nella nota, i vescovi tornano ad offrire la disponibilità ad accompagnare il "dialogo nazionale", ma ritengono "imprescindibile" che il capo dello stato "comunichi ufficialmente e formalmente la sua accettazione alla proposta che, raccogliendo i sentimenti della maggior parte dei nicaraguensi, è stata presentata lo scorso 7 giugno, sulle elezioni anticipate per marzo del 2019".
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia