(ASI) Inizierà domani mattina lo spoglio delle schede dell’importante referendum che si è svolto oggi in Irlanda.
Oltre 3 milioni di persone sono state chiamate alle urne per scegliere se abrogare l’ottavo emendamento della Costituzione del paese, (articolo 40.3.3), che consente l’aborto esclusivamente in casi eccezionali. La consultazione è stata indetta dal primo ministro, Leo Varadkar, che è anche il leader del partito di centrodestra, Fine Gael. L’esponente politico ha chiesto quindi di togliere i vincoli attuali, ritenuti troppo restrittivi, alle interruzioni volontarie di gravidanza, mettendo fine così “ai viaggi all’estero di tante donne” volti a tale fine. L’uccisione del feto, nel grembo materno, viene punita attualmente con 14 anni di reclusione. La pena non è applicata, però, in presenza di pericoli reali di salute per la donna, tra i quali sono stati inclusi, con un emendamento introdotto nel 2013, anche la minaccia di suicidio e il disagio psichico delle future madri. Il provvedimento era stato introdotto in seguito al decesso per setticemia, di una signora indiana incinta, causata secondo i medici proprio dalla negazione di un aborto. La Chiesa cattolica irlandese ha mantenuto, nella campagna referendaria, una posizione piuttosto defilata. Il vescovo della diocesi di Kerry, Ray Browne, ha ringraziato tutti, nei giorni scorsi, per il dibattito “rispettoso e sensibile”, aggiungendo però la sua intenzione di votare no e incoraggiando gli elettori a fare altrettanto.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia