(ASI) La regione siriana della Ghouta orientale continua a essere colpita dai bombardamenti dell’aviazione dell’esercito di Damasco.
L’ultimo bilancio, fornito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani nel paese, parla di almeno 10 morti mentre il loro numero totale è salito, in una settimana, a oltre 520. La stessa fonte ha precisato, però, che altri 14 cittadini sarebbero rimasti intossicati a causa di un presunto attacco col cloro avvenuto, ad Al – Shifuniyah, nella medesima zona. Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha detto che tali informazioni rappresentano “una provocazione” per denigrare le forze governative che godono del sostegno del Cremlino. La tensione tra quest’ultimo e la Casa Bianca, che tutela le forze ribelli attaccate da Mosca, rischia così di aumentare, mentre diventa sempre più difficile il rispetto del cessate il fuoco sancito dalla risoluzione dell’Onu approvata sabato scorso. Il ministro della Difesa di Vladimir Putin, Serghiei Shoigu, ha fatto sapere tuttavia che saranno applicate da domani, ogni giorno, “pause umanitarie” dalle ore 9 alle 14 per garantire la possibilità di evacuare i feriti e i malati. Le Nazioni Unite e l’Unione Europea sono tornate a chiedere, pure oggi, la cessazione immediata delle ostilità per un periodo più prolungato.
L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha segnalato anche almeno 25 vittime nei raid dei jet della coalizione anti Isis, guidata dagli Stati Uniti, che hanno sganciato i loro ordigni sul villaggio di Al Shaafah. Non termina, intanto, l’operazione della Turchia “Ramoscello d’ulivo” ad Afrin. Le stragi quindi proseguono e la comunità internazionale sembra non essere in grado di fermarle, al di là dei buoni intenti espressi nei documenti ufficiali.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia