(ASI) Tensione sempre più alta in Siria dove peggiora anche la crisi umanitaria a causa di un conflitto che non cessa dal 2011 e che ha provocato oltre 500 mila decessi.
Gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani hanno riferito oggi che almeno 733 civili sono rimasti uccisi o feriti, nelle ultime 36 ore, a causa dei bombardamenti dell’esercito di Bashar al-Assad. E’, a parere del gruppo basato in Gran Bretagna, il bilancio più grave dal 2015. "E’ stato un inferno, abbiamo visto bambini morire nelle nostre mani a causa di gravi ferite quando sono arrivati tardi all'ospedale", ha dichiarato ai media il medico che presta la propria attività in uno degli ospedali della zona interessata dalle ostilità. La fonte ha precisato inoltre che almeno quattro strutture di soccorso, presenti in quel territorio, sono state prese di mira lunedì sera e ha auspicato un intervento immediato della comunità internazionale che inspiegabilmente è rimasta in silenzio.
La Ghouta orientale continua ad essere da moltissimo tempo teatro di intensi raid, da parte delle forze governative, perché è tra le poche località rimaste sotto il controllo dei ribelli al regime di Damasco. La situazione rimane delicata tuttavia anche nel nord del paese, ad Afrin, a causa dell’appoggio del governo nazionale ai curdi che combattono contro i turchi in quanto vengono ritenuti terroristi da questi ultimi. Potrebbe aprirsi così un altro pericoloso fronte di guerra che rischierebbe di compromettere il già fragile quadro geopolitico. Il rischio dell’estremismo non è solo presente purtroppo sul suolo siriano, ma anche in Italia. Il documento annuale dei nostri servizi di sicurezza ha definito la minaccia jhadista “concreta e attuale” a causa della forte propaganda dello Stato Islamico e per la presenza di soggetti radicalizzati. Vengono segnalati rischi di attacchi informatici che potrebbero influenzare le elezioni politiche del prossimo 4 marzo.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia