(ASI) Aumenta la tensione mondiale. Washington ha accusato ufficialmente l’esercito russo di aver realizzato, lo scorso giugno, l’attacco informatico “più distruttivo e costoso della storia” che ha causato danni per miliardi di dollari negli Stati Uniti, in diversi paesi europei e in alcuni asiatici.
La denuncia è arrivata, nella serata di ieri, in un durissimo comunicato della Casa Bianca che ha precisato così che l’azione ostile e indiscriminata, denominata “NoPetya, avrà “conseguenze internazionali”. L’accaduto - ha riferito il documento - “era parte dello sforzo del Cremlino per destabilizzare l’Ucraina e dimostra ancor più chiaramente il coinvolgimento della Russia nel conflitto in corso”.
Anche la Gran Bretagna ha espresso le medesime critiche. Il ministro della Difesa del Regno Unito, Gavin Wilamson, ha rivelato infatti che Londra è “moralmente obbligata” a rispondere in quanto i russi non “stanno giocando secondo le regole”.
Le autorità di Mosca hanno reagito, alzando la loro voce. Le affermazioni dell’Occidente - ha tuonato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, - sono “infondate, senza prove” e rappresentano una “continuazione di una campagna russofoba” che non ha motivi.
La situazione rischia di essere complicata anche dall’annuncio dell’amministrazione Trump di volere varare, a breve, nuove sanzioni contro la Russia per l’occupazione della Crimea avvenuta nel 2014. La forte probabilità poi, sottolineata nelle ultime ore dalla portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, dell’uccisione di 5 cittadini russi in un bombardamento americano in Siria potrebbe aumentare le possibilità di una guerra tra le due superpotenze. La nazionalità di queste vittime non può essere però, al momento, confermata ufficialmente in quanto sono in corso ancora delle verifiche da parte del governo.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia