(ASI) "Siamo profondamente addolorati e preoccupati per la catena di scontri, per i morti e, stando alle fonte mediche locali in contatto diretto con le Co-mai, gli oltre 500 feriti a Gerusalemme e in Cisgiordania": con queste parole Foad Aodi, Presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e Fondatore di #CRISTIANINMOSCHEA, commenta la situazione drammatica che si sta verificando dopo la decisione del Governo Israeliano di installare i metal detector all'ingresso del terzo luogo sacro dell'Islam, la Moschea al-Aqsa di Gerusalemme.


Decisione che ha scatenato manifestazioni in tutti i paesi arabi e nelle capitali europee da parte di arabi e musulmani a sostegno della Moschea per difenderne l' indipendenza e rivendicarne la dignità. Al-Aqsa rappresenta, infatti, un luogo di culto storico di grande importanza, non solo per i palestinesi, ma anche per il mondo arabo e musulmano.
"Non è con la provocazione e la limitazione dell'ingresso alla Moschea di al-Aqsa che si supera la guerra tra palestinesi e israeliani, anzi in questo modo si rallenta quel processo di pace tanto auspicato da tutti gli uomini e le donne di buona volontà, fatta esclusione degli estremisti e dei terroristi", commenta Aodi. "I conflitti potranno allentarsi solo con una soluzione pacifica - prosegue - che deve essere portata avanti dalle diplomazie internazionali e che favorisca la costituzione di due Stati.
Auspichiamo che il Governo Israeliano faccia un passo indietro e che decida di eliminare l'installazione dei metal detector per far cessare le manifestazioni continue in Medio Oriente e in Europa da parte delle comunità palestinesi, arabe e musulmane, unite senza distinzione a favore del terzo luogo sacro dell'islam.
Siamo con Papa Francesco che condanna qualsiasi atto disumano che minacci la pace nel mondo. Stiamo correndo un grosso rischio, quello di una mobilitazione #PalestineseArabaMusulmana nel mondo per la liberazione e l'indipendenza di al-Aqsa che potrebbe portare a una quarta intifada. Non possiamo rimanere passivi e ci appelliamo ai Governi chiedendo loro di lavorare insieme al mondo arabo per accelerare questa pace. Perché non è solo una pace tra israeliani e palestinesi, è la pace di tutta l'umanità".

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