Macron e Le Pen al ballottaggio. Crollano i partiti tradizionali. En Marche e Front National sopra il 20%. La sconfitta di Hamon eredità di Hollande

(ASI) Francia - La finale sarà inedita e se non vincerà il populismo, certamente avrà fallito la politica tradizionale. Emmanuel Macron e Marine Le Pen si aggiudicano il ballottaggio con un bilancio dei consensi superiore ai venti punti percentuali.

Mentre venivano chiuse le urne alle 20 di sera, i primi exit poll davano al leader di En Marche! il 23,7% e alla candidata del Front National il 21,7, nelle ore successive in leggero recupero. Staccati di qualche punto François Fillon, poco sopra il 19%, e Jean-Luc Mélenchon, al 18. Benoît Hamon eredita la parentesi negativa del governo Hollande e come candidato dei socialisti non va oltre l'8%. L'affluenza stimata dei cittadini che sono andati a votare è di circa l'80% - più delle attese - che sembra aver premiato Fillon con un ritorno della destra moderata alle urne.
La resa dei conti fra i primi due sarà il 7 maggio. Da una parte la spinta populista di Marine Le Pen, che ha ringraziato il suo elettorato nella prima conferenza stampa dopo il voto.
Dall'altra Emmanuel Macron, l'ex ministro che dopo aver costituito un movimento apartitico tende a raccogliere trasversalmente altri elettorati, tanto da darlo già vincente al secondo turno. C'è chi per le idee lo paragona a Justin Trudeau, il presidente canadese, chi per l'opportunismo all'ex premier Matteo Renzi. Rispetto all'avversaria ha Unione Europea e mercati dalla propria parte, tanto che le bandiere tricolori dei suoi sostenitori si mescolavano con quelle stellate dell'Unione.
Le Pen è pronta invece a scuotere il Paese in caso di vittoria. Referendum per uscire dall'Euro e chiusura delle frontiere in cima all'agenda per «liberare il popolo francese e i patrioti dalle elite arroganti, in gioco l'interesse della nazione».
A suo dispetto però, in un Paese già teso per la minaccia terrorismo, femen nei seggi e studenti nelle strade di Parigi hanno manifestato contro la figlia di Jean Marie. Stesse modalità di quando negli Stati Uniti è stata annunciata la vittoria di Donald Trump.
Dopo esperienze di governo senza rielezione, Nicolas Sarkozy prima e François Hollande dopo, saranno due candidati inediti e anticasta a contendersi la presidenza che vale gli Champs Elysees. Le urne hanno punito senza eccezioni ogni candidato delle formazioni politiche tradizionali, socialisti e gaullisti su tutti.
Finora gli unici a vincere, dopo una serie negativa - elezioni americane e referendum inglese - sono stati i sondaggi. Da questi, i discorsi dei candidati hanno manifestato la volontà di conquistare posti in parlamento, a due mesi dalle elezioni per i membri delle Camere. Per i potenziali primi ministri di governo i candidati vincenti non hanno finora fatto nomi. Tra tutti gli altri, Hamon ha invitato a votare Macron, stessa posizione, non scontata, per Fillon. Mélenchon ha preferito non esprimersi, ma già nelle previsioni gli altri schieramenti per pensiero e attitudine preferiscono un politico conciliante come Macron rispetto a una candidata di rottura come Le Pen.
Sono i francesi a votare, ma gli occhi puntati sono quelli degli europei. Un voto cruciale in un Paese strategico, prima che lo stesso avvenga nel Regno Unito l'8 giugno e in Germania il 24 settembre. In ogni caso la prima posta in gioco sarà l'Unione Europea.

Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia

 
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