“Ad Aleppo circa 2.000 famiglie cristiane hanno urgente bisogno di cibo, acqua potabile, gasolio per riscaldamento, indumenti e medicinali. Anche se la fase più cruenta del conflitto si è conclusa non dobbiamo dimenticare le sue tristi conseguenze, che purtroppo permarranno per un tempo non certo breve.”.
Alessandro Monteduro, Direttore di ACS-Italia, spiega così l’iniziativa assunta dalla Fondazione, che sta proponendo alla comunità italiana uno specifico progetto per la martoriata città siriana. “Grazie ai nostri benefattori dal 2011 al 2016 nella sola Aleppo siamo riusciti a finanziare progetti per 2.458.731 euro, ma si tratta di una goccia nel mare delle attuali necessità.”.
“Nel luglio 2012 i cristiani aleppini erano circa 120.000, oggi si stima siano 35.000. Sono stati presi di mira in particolare i quartieri cristiani Azizie e Sulaymaniyeh. Dobbiamo curare le famiglie rimaste, e creare le condizioni per il ritorno di quanti loro malgrado si sono allontanati.”.
Nella città attualmente operano diversi religiosi, e fra questi vi è Suor Maria Guadalupe de Rodrigo, missionaria argentina dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE). “Ieri Suor Guadalupe mi ha inviato un video-appello che stiamo diffondendo, e che sta attirando l’attenzione di molti – prosegue Monteduro -. Ci auguriamo che non cali l’attenzione pubblica sul dramma di una nazione, e in particolare di una città, in cui troppi innocenti hanno perso la vita o il futuro.”.
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“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2015 ha raccolto oltre 124 milioni di euro nei 22 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato 6.209 progetti in 146 nazioni.