(ASI) L’Italia ritiene l’uscita di scena di Gheddafi l’unica possibilità per il cessate il fuoco in Libia e resta molto prudente sull’eventualità di bombardamenti con i propri aerei, per via del suo passato coloniale.
Il punto sulla strategia italiana è stato fatto a Londra dal Ministro Franco Frattini nel corso di un incontro con il suo omologo britannico William Hague, che ha sottolineato come Italia e Gran Bretagna lavorino “fianco a fianco” su questo fronte.
"Dopo i crimini orribili commessi da Gheddafi in Libia un effettivo cessate il fuoco può essere attuato solo con la partenza del rais", ha spiegato Frattini durante la conferenza stampa congiunta al Foreign Office. "L'Unione africana e il suo presidente sono sinceramente impegnati a trovare una via d'uscita alla crisi in Libia che non includa Gheddafi. In questo l'Italia sostiene l'Unione africana", ha detto il Ministro, annunciando che il mese prossimo l’UA parteciperà alla prossima riunione del Gruppo di Contatto organizzata dall’Italia.
Quanto invece all’eventualità di partecipare ai bombardamenti della NATO, Frattini ha spiegato: "Il passato coloniale dell'Italia in Libia è un elemento di cui non ci si può dimenticare. Nel caso in cui un aereo italiano bombardasse la Libia e incidentalmente colpisse dei civili allora l'intervento sarebbe controproducente". Frattini ha ribadito che di eventuali raid italiani si discuterà all'interno del governo e del Parlamento.
In Libia Italia e Gran Bretagna “stanno lavorando fianco a fianco", ha affermato Hague, ringraziando "il governo italiano per il sostegno che ci ha dato". L’Italia - ha aggiunto Hague - "è una nazione amica e uno dei più robusti e antichi alleati in Europa e nel mondo. Siamo orgogliosi di essere stati il primo paese a riconoscere il suo processo di unificazione e da allora le nostre relazioni non hanno fatto che rafforzarsi".
Le consultazioni del Ministro Frattini sulla Libia proseguiranno mercoledì 13 a Doha con la riunione del Gruppo di contatto ed il 14 e 15 con la Ministeriale Esteri della NATO a Berlino. Al rientro dalla capitale tedesca, il Ministro riceverà a Roma con il presidente del Consiglio nazionale transitorio libico Jalil, che incontrerà anche il Premier Berlusconi.
Intanto da Bruxelles il Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha sottolineato che in Libia il cessate il fuoco può esserci solo se "credibile e verificabile". "Ci deve essere uno stop completo alla violenza e uno stop completo a tutti gli attacchi e gli abusi contro i civili", ha aggiunto, spiegando che "abbiamo visto diversi altri proclami di cessate il fuoco che non sono stati applicati".
La Nato, ha quindi aggiunto Rasmussen, vorrebbe avere "la massima flessibilità" da parte degli alleati impegnati nelle operazioni militari in Libia, ma sa bene che "la decisione su come utilizzare gli asset nelle nostre operazioni militari è nazionale". Ad oggi, la missione Unified Protector dispone di almeno 61 aerei con capacità di attacco al suolo. L'Italia ha deciso di non far partecipare i propri aerei agli attacchi. Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa ha dichiarato recentemente che l'Italia deciderà a metà di questa settimana se partecipare ai bombardamenti e lo farà dopo un incontro con i ministri della Difesa di Francia e Gran Bretagna.