(ASI) La Russia è tornata oggi ad invocare una rapida ripresa dei colloqui di pace sulla Siria, attualmente fermi per via dei contrasti tra i ribelli e i sostenitori del presidente Bashar al Assad, sostenendo che i negoziati sono l’unico modo per fermare le “massicce violazioni dei diritti umani perpetrate nei cinque anni di guerra civile”.
Mosca da sempre sostiene il legittimo presidente siriano e da settembre a febbraio ha effettuati diverse operazioni militari contro lo Stato islamico ed i ribelli “moderati” del fronte al Nusra, sostenuti invece dagli Usa. Proprio il presidente russo, Vladimir Putin, è tra i principali sostenitori dei colloqui di pace di Ginevra ed ha più volte sostenuto la necessità di prevedere la presenza di Assad nella nuova Siria, aspetto che però gli Usa e i ribelli non vogliono accettare facendo di fatto saltare tutte le trattative per un possibile governo di unità nazionale.
“L'unico modo per trovare una soluzione alla crisi in Siria e fermare le violazioni massicce è di convocare subito nuovi colloqui con un ampio spettro di opposizione siriana, includendo anche i curdi siriani”, è tornato oggi a ripetere Aleksei Goltiaev, consulente russo per i diritti umani a Ginevra presso le Nazioni unite, sostenendo che gli unici che possono decidere del futuro della Siria sono i siriani stessi.
Per via dell’opposizione turca il principale gruppo curdo siriano, il Pyd, è stato lasciato fuori dai colloqui di pace. Gli Usa per il momento continuano a non compiere azioni reali per fermare le violenze in Siria ed anzi con l’ambasciatore Keith Harper son tornati a chiedere la liberazione dei ribelli imprigionati dal governo di Damasco.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia