(ASI) Slovacchia – Le recenti elezioni in Slovacchia sono una nuova scossa per la politica europea. Vince il partito Smer - Sociálna demokracia (Direzione – Socialdemocrazia; centrosinistra) il cui leader è anche il Presidente della Slovacchia Robert Fico.
Ma per i socialdemocratici c’è poco da festeggiare, perché – come è successo prima in Spagna e pochi giorni fa anche in Irlanda – i partiti governativi hanno raggiunto la maggioranza “relativa” dei seggi, non quella “assoluta” che è l’unica che gli possa permettere di governare autonomamente senza cercare alleanze esterne. Quindi il partito di Fico, pur distinguendosi per una dura lotta ai flussi migratori, non è stato premiato dal popolo slovacco, portando il Smer – S.d. dal 44% del 2012 al attuale 28,4% delle preferenze.
Fa la sua entrata nel Parlamento della Slovacchia il partito nazionalista e sociale Ľudová strana Naše Slovensko (Partito Popolare Nostra Slovacchia), che si addentra nel Consiglio nazionale della Repubblica slovacca forte di un 8,1%. Un’ascesa continua per i nazionalisti slovacchi, il cui leader Marian Kotleba nel 20 dicembre 2013 è riuscito a diventare Presidente della regione di Banská Bystrica. Il Partito Polare Nostra Slovacchia si fa portatore di un radicale programma politico che spazia dall’uscita della Slovacchia dall'Euro e dalla N.A.T.O., il cambiamento del sistema parlamentare attuale in un sistema di democrazia diretta, e l’obbiettivo di fornire stabilità politico-militare e un adeguato livello di difesa nazionale. Non tralasciando il forte messaggio anti-immigrazione, a cui gli sloveni sembrano aver dato il loro consenso.
Ora il socialdemocratico Robert Fico dovrà iniziare una non semplice ricerca di alleanze con altri partiti nel tentativo di costruire un governo, scongiurando il fantasma di nuove elezioni anticipate. Per il momento l’ex-Premier ha solo rimarcato la ferma volontà di non aprire nessun contatto coi nazionalisti. «Dal punto di vista dei valori – dichiara Fico – c’è una grande distanza tra i nostri partiti e quindi escludo la collaborazione».
Anche in questa parte d’Europa si designa uno scenario di estrema difficoltà per i partiti “europeisti” che governano la Repubblica Slovacca da quando il comunismo è caduto. Sembra di assistere ad una grande mappa dove il coloro unitario degli Stati europeisti venga a macchiarsi o incominci a vedere il mutamento cromatico delle nazioni che compongono l’Unione Europea, restringendone sempre di più il campo di dominio e d’influenza.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia