(ASI) Ora anche la Germania vuole ripristinare il controllo alle frontiere.
Ma che cosa è successo? La Germania della Signora Merkel non era la nuova paladina dell'accoglienza? La buona samaritana che da alloggio e riparo ai migranti che, per motivi vari, scappano dalle loro terre?
Siccome la politica è fatta di sensazionalismi, di efficaci gesti o proclami che possano toccare l'emotività della massa, e la politica odierna ne è un'esemplificazione plastica di ciò, anche l'austera e grigia Merkel non si è fatta scrupoli nel volere per se stessa un bel bagno di folla. Una scrosciante acclamazione che potesse in qualche modo "far perdonare" quelle sue "dispettose marachelle" nei confronti della esangue Grecia e quei suoi comportamenti troppo rigidi in economia e autorevoli verso quei "svogliati" Stati Europei che non hanno ben conseguito i suoi compiti, o meglio suoi "voleri".
Infatti sono bastate parole come "il diritto all' asilo politico non ha un limite per quanto riguarda il numero di richiedenti" e "In quanto Paese forte, economicamente sano, abbiamo la forza di fare quanto è necessario", profuse dal Cancelliere Tedesco, per far commuovere i tanti buonisti, soprattutto sinistrorsi, e rapsodi della "teologia dell'accoglienza", dimenticarsi del "buon vecchio" Tsipras e delle "fustigazioni" economiche impresse alla Grecia, e fargli tessere le lodi della Merkel come nuova difenditrice dei diritti umani.
Ma dopo le facili e fin troppo veloci ovazioni, ecco arrivare le prime analisi che raschiano via tutto l'alone di "apparenza" e restituiscono agli occhi la verità dei fatti.
Tanto per incominciare il primo appunto che guasta le feste ai pro-accoglienza è la dichiarazione, fatta dallo stesso Governo Tedesco, che gli unici che verranno accolti sono tutti coloro che scappano da reali situazioni di pericolo costituite dalla presenza di scenari di guerra nei Paesi di appartenenza. Quindi, con immenso dispiacere per chi ci aveva sperato, l'accoglienza dei migranti verrà concessa a quelle quote ben precise che fuggono dalla guerra, e non a "tutti i migrati". Mentre chi non fugge da contesti di guerra ma di mera difficoltà economica, sarà respinto e rimpatriato nel proprio Paese.
Mentre la seconda osservazione viene alla luce come conseguenza diritta della prima. Dunque chi sono i migranti, e quindi in questo caso profughi, che scappano dalla guerra? I Siriani. Ma dietro l'accoglienza dei Siriani c'è una reale umanità o invece si larva una politica d'interesse nazionale germanico ben più precisa? La risposta a questo quesito sta saltando fuori in queste ultime settimane e si fa di giorno in giorno più macroscopica. C'è un continente, quello Africano, che sta spingendo per entrare in Europa e che nella maggior parte dei casi utilizza le terre come l'Italia, l'Austria, la Francia, la tanto stigmatizzata Ungheria, come mero passaggio per giungere negli stati del nord Europa. Ove la Germania, eletta a nuova "Eldorado" da questa inesauribile massa migratoria, è vista come meta di primordine.
La Germania è in serio pericolo, essa potrebbe diventare il punto di raduno massimo di tutta l'immigrazione che proviene dall'Africa e dal Medio Oriente, e questo i tedeschi lo hanno capito bene. In tutto il periodo in cui per gli stati del sud Europa la questione immigrazione è divenuta un problema impossibile da gestire, la Germania ha sempre preso tempo. Infatti anche si faceva portatrice del messaggio "quote di migranti in tutta Europa", essa sapeva, come ha affermato il Presidente dell'Ungheria Viktor Orbán, che l'immigrazione in realtà era ed è un problema essenzialmente tedesco, perché è in Germania che il flusso maggiore dell'immigrazione vuole arrivare. Quindi la verità è che la Germania è la prima a non volere i migranti. E qui gli interminabili annunci di vertici su vertici tra i capi di Stato dell'U.E., di votazioni di decreti speciali europei, di istituzione di quote obbligatorie di migranti per tutti gli Stati Comunitari. Insomma un grande processo volto a dare alla Germania la possibilità di prendere tempo e intanto di aggirare il problema migratorio tenendolo in pianta stabile all'interno dei confini ora italiani, ora serbi, ora ungheresi.
Ma come la Merkel sapeva bene, questa condizione di eterno rimando non sarebbe durata a lungo. E quando l'immigrazione sembrava ormai essere pronta per valicare i confini germanici, ecco presentarsi l'occasione per girare ancora una volta la situazione a favore delle Germania. Tutti i migranti il Cancelliere Angela Merkel non li voleva di certo accogliere. Dunque il suo "compassionevole" sguardo si è rivolto ai profughi di guerra, e chi meglio dei siriani entra in questa categoria? Allora porte aperte ai cittadini della Siria. Non sono un numero eccesivo e si possono ben contenere. Ma per di più fra tutti i "miserabili" che arrivano dal Terzo Mondo, i siriani sono una popolazione ricca, cittadini di una Nazione, che fino allo scoppio della guerra civile, era considerata florida, con un alto tasso di istruzione e soprattutto specializzata. Poi c'è da tenere conto anche dei messaggi che arrivano dalla Confindustria tedesca, i quali massimi rappresentati tengono a precisare che bisogna facilitare l' ingresso nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo, perché "nei prossimi vent' anni avremo bisogno di molta più forza lavoro di quella che produrremo" - come afferma Ingo Kramer capo della già detta Confindustria. E secondo i dati sciorinati da quest'organizzazione, in Germania nei prossimi anni si creeranno ben 500mila posti di lavoro disponibili e per di più lavori questi che tedeschi non sono più propensi a svolgere e per i quali si presterebbero bene i profughi. Una ghiotta possibilità per il Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, quindi, di fare gli interessi economici della Germania e di apparire agli occhi del mondo come una "lady caritatevole" nel medesimo tempo.
E se per caso qualcuno alza la voce in segno di dissenso. La Germania ricorda che essa, come tutti gli Stati U.E., è tenuta ad accogliere nelle sue possibilità solo i profughi di guerra. E se gli altri stati sono sommersi "fino al collo" di migranti non profughi di guerra, sarà compito loro identificarli ed espellerli.
Ma il "misericordievole" Governo Tedesco ha annunciato pochi giorni addietro, l'intenzione di ripristinare i controlli ai confini con l'Austria perché avverte "si è già arrivati al punto limite" e che "la Germania è al momento quella che ne accoglie di più" di migranti ingenerale.
Pertanto si conclude già qui la parabola accoglitrice della Merkel? Adesso i benpensanti, i buonisti, i pro-immigrazione che diranno, scoprendo loro stessi che il motore che fa girare il mondo non è "l'umanitarismo" ma l'interesse economico e nazionale?
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia