(ASI) La tragica crisi della Grecia ripropone alla riflessione, non solo degli addetti ai lavori, il distorto concetto di economia finanziaria che si è affermato con il turbo-liberismo USA,
specialmente dopo l'11 settembre 2001 e contestualmente al progetto "New American Century" (Nuovo Secolo Americano). I portatori dell'aberrante ideologia sono, come è noto, i neo-conservatori statunitensi e naturalizzati con il loro entourage di banche e di apparati finanziari internazionali, con quartieri generali a New York e Londra e filiali un po' ovunque, salvo che in Russia (questo spiega l'accanita ostilità contro i Russi e il loro presidente Putin). Ai popoli vengono richiesti sempre più insostenibili sacrifici economico-sociali, per soddisfare principalmente le esigenze del cosiddetto mercato globale, dietro il quale si celano gruppi ristretti di spregiudicati operatori finanziari. Costoro sono convinti che il benessere non derivi e sia giustificato dal lavoro, ma si basi su ciniche speculazioni finanziarie, perseguite senza riguardo alcuno. Gli effetti devastanti nell'ambito sociale sono sotto gli occhi di tutti: in Grecia, per esempio, il Fondo Monetario Internazionale, principale creditore dello Stato ellenico, richiede una drastica riduzione delle tutele sociali - in primo luogo le pensioni, la Sanità e Scuola. Solo così potrà lucrare esosi interessi sul prestito che la Grecia non è in grado di pagare, se non condannando alla fame e alla miseria la popolazione. Quindi, colpisce la stragrande maggioranza dei Greci, ma favorisce e protegge i grandi capitalisti che operano in Grecia. Infatti, contrasta con determinazione il governo Tsipras che aveva proposto una tassazione non generalizzata, ma circoscritta ai profitti del grande capitale finanziario operante in Grecia. Quella dell'F.M.I. è la solita ricetta che viene prescritta alle Nazioni. Oggi, tocca alla Grecia, domani ad altri Stati temporaneamente in grave difficoltà economica. Mentre la politica è assente o completamente asservita a questa sorta di "terrorismo finanziario" - come si vede scritto sempre più spesso nei manifesti e negli striscioni contro il Fondo Monetario Internazionale ad Atene ed in altre parti del mondo. Sembra strano che non ci siano altre soluzioni che questa. Soprattutto da parte di economisti europei. Per cui, l'appello è il seguente: "Economista cristiano, se ci sei, batti un colpo".
Redazione Agenzia Stampa Italia