(ASI) Nonostante le pressioni internazionali fatte sul governo di Tel Aviv, l’esercito ebraico continua da 9 giorni a bombardare la striscia di Gaza mietendo morti soprattutto fra donne e bambini.
A nulla sono serviti gli appelli per far tacere le armi fatti da Papa Francesco e da1l’Onu. Per la verità risultati diplomatici dimostratisi nei fatti non efficaci, anzi molto deludenti. Come se di fronte al volere di Israele nessuno possa fare nulla.
Intanto il dramma senza fine dei palestinesi e la situazione si fanno sempre più gravi. A Rafah, nel sud della Striscia, si segnalano due palestinesi uccisi. Inoltre i caccia bombardieri israeliani nella notte hanno anche bersagliato Gaza. Ma per questi attacchi “mirati” sono i civili a pagare il prezzo più alto. Lo è stato sin dall’inizio delle azioni militari israeliane. Infatti, anche oggi si registrano altri 7 morti che vanno ad aggiungersi alle 205 vittime precedenti . Aumenta a dismisura anche il numero dei feriti. Le persone colpite dagli attacchi aerei israeliani hanno superato le 1.500 unità di cui 426 bambini , 272 donne. Tra queste ci sono 50 feriti gravi con il codice rosso. Per la cifra esatta bisogna aspettare la fine del conflitto, infatti si ha molta difficoltà a raccogliere le informazioni esatte a causa delle denunce di morte non ancora registrate ufficialmente.
Ma nonostante questo terribile stato di cose il crescendo dell’azione militare israeliana non si placa.
Infatti l’esercito di Tel Aviv ha chiesto a migliaia di famiglie nel nord di Gaza di abbandonare le proprie case. Un preavviso “per ragioni di sicurezza” che probabilmente anticipa un vasto attacco aereo. Bombardamenti che produrranno ancora molti morti e feriti soprattutto fra la popolazione più indifesa.
Il mondo sta assistendo impotente ad uno sterminio programmato del popolo palestinese e alla violenza senza fine dell’esercito ebraico. E’ inaccettabile che la logica delle armi prevalga sul dialogo. Che non si possano fermare gli attacchi aerei e la strategia distruttrice di Israele. Deve essere chiaro, lo stato ebraico può fare tutto ciò perché i poteri forti e le principali cancellerie mondiali gli lo permettono. Altrimenti lo storia su Gaza sarebbe diversa.
Per questo motivo risulta più indecoroso e vile è l’atteggiamento dei Paesi arabi che, per egoistici interessi di potere, non fanno nulla per fermare il crudele genocidio dei propri fratelli. Eppure strumenti convincenti ce l’avrebbero per fare qualcosa di importante. Anche perché la mattanza, va ricordato, è attuata dal loro nemico storico numero uno. Per cui la loro ignavia e il protagonismo diplomatico cloroformizzato fa comprendere bene la pochezza di questi stati arabi, ricchi di petrol-dollari , poveri di dignità. Ciò, dimostra che non contano nulla o non vogliono contare nulla a livello internazionale. Peggio, la loro conclamata indifferenza mostrata per la causa palestinese li fa essere complici del massacro che si sta cinicamente perpetuando nei confronti di un popolo fratello e praticamente alleati del principale loro avversario. Quel “nemico giurato” che a parole al loro popolo dicono di combattere ed invece...
Niger September – Agenzia Stampa Italia