(ASI) In Arabia Saudita un tribunale ha condannato una donna a ricevere 150 frustate ed a scontare 8 mesi di carcere per avere infranto il divieto di guidare autovetture.L’Arbia Saudita, lo ricordiamo è un Paese islamico giudicato “buono” per gli alleati Usa-Israele e per molte nazioni occidentali. La logica del profitto pensa solo a fare affari. Il resto è un dettaglio umanitario che poco importa.
Non interessa nulla se quello o quell’’altro stato considerato da loro “buon amico” finanzia anche i vari spietati integralisti islamici salafiti. Infatti per quei Paesi che esportano la “civiltà e la democrazia” con le armi per conto dei poteri forti, “pecunia non olet”…
Ma nessuno potrà negare che sono soldi sporchi fatti sulle lacrime e sul sangue dei popoli! Forse è per questo "piccolo dettaglio" che non abbiamo ancora visto in Arabia Saudita le sommosse colorate di piazza lottare a favore della democrazia? Le femministe, le Ong, i movimenti progressisti internazionali, sempre attivi altrove, perché non si mobilitano e vanno a Riad per chiedere la parità dei diritti e manifestano contro ogni forma di discriminazione sessuale?