(ASI) Il Parlamento di Crimea ha approvato all'unanimità la sua nuova Costituzione, sancendo così ufficialmente l'annessione della penisola tra gli stati federali della Russia.
Nonostante la decisione dell'Assemblea e l'alto consenso popolare espresso nello scorso referendum di marzo, la Crimea rimane ancora territorio conteso, dimostrando come la crisi tra Kiev e Mosca sia ancora aperta ed in fase di sviluppi su diversi fronti.
Non solo la Crimea e la città federale di Sebastopoli a reclamare l'indipendenza.
Aumenta il risentimento indipendentista nelle regioni dell'est ucraina dove a Donetsk, da giorni, attivisti filo russi hanno assediato edifici governativi. Proprio nel giorno della decisione del Parlamento di Crimea, il primo ministro ad interim ucraino, Arseniy Yatsenyuk, si è recato a Donetsk per cercare di placare gli animi dei manifestanti, promettendo più autonomia alla regione e l'uso del russo come lingua.
La Nato accusa la Russia di dispiegare truppe al confine, Mosca smentisce.
Sarebbero oltre 35 mila i soldati ed i mezzi russi in movimento verso l'Ucraina. E' quanto rivelato dai satelliti del comando Nato che avrebbero fornito immagini di un ingente dispiegamento di truppe russe lungo i confini ucraini.
Notizia, questa, subito smentita dal capo maggiore dell'esercito russo che ha specificato come le foto intercettate siano in realtà da riferirsi ad una esercitazione avvenuta lo scorso agosto.
La guerra del Gas
Dopo la minaccia di Putin di bloccare i rifornimenti di gas verso l'Europa, oggi il presidente russo placa i toni, rassicurando circa le erogazioni di Gazprom verso il vecchio Continente e rilanciando contro l'Ucraina. "Gazprom garantisce il pieno rispetto dei propri impegni con i consumatori europei- ha dichiarato Putin aggiungendo- Non possiamo garantire però che Kiev non dirotti il flusso per l'Europa che passa dai gasdotti che attraversa l'Ucraina".
Redazione Agenzia Stampa Italia