(ASI) E' inutile che l'Amministrazione cerchi attraverso la sua confusa e inconcludente opera, di distogliere l'attenzione sull'ambiente, vera grande emergenza che attanaglia la città e nodo su cui la classe politica sarà spietatamente giudicata.
I numeri non tradiscono e non lasciano spazio a fraintendimenti. E' curioso come qualcuno dalla presunta opposizione, invece di utilizzare l'identica appartenenza politica con i "tenutari del potere", per chiedere interventi risolutivi e drastici, si perda in inconcludenti dichiarazioni d'intenti tutte rose e fiori mentre volutamente il nocciolo del problema non si affronta. Ed ecco qui quello che certa politica parolaia e salottiera non dice, cioè che Aprilia è un territorio quasi del tutto compromesso, abbandonato e destinato a essere un "tumorificio" a cielo aperto. Non siamo noi a dirlo, sono i dati di tutti gli studi epidemiologici sia del Comune sia della Regione, tanto cari al Sindaco e che inevitabilmente condannano la sua Amministrazione allo stesso modo di quelle precedenti, a farlo. Come si dice, le chiacchiere stanno a zero, Aprilia non è dotata di un regolamento sulle emissioni di fumi e la lettera del Consigliere Regionale Santori sulla vicenda non ha trovato alcuna risposta da parte del Comune. Sul territorio sono presenti sette impianti biogas, due di compostaggio, quattro aziende a "rischio rilevante", oltre settanta antenne di telefonia mobile, acqua con arsenico poco sotto i limiti di legge (sì, la "legge" che bella parola!), il piombo presente nelle falde acquifere e nei terreni della zona industriale e sulla Nettunense e mai bonificato, la famigerata Turbogas e senza dimenticare i rifiuti sotterrati di cui tutti sanno e nessuno parla, negli anni '80 e '90 nel nostro territorio. Vi basta questo elenco? Questa è una guerra e con tali metodi deve essere combattuta salvo che, qualcuno non voglia farci credere di poter curare un cancro con l'acqua fresca. Quindi vanno bene le battaglie per far piantare gli alberi e per salvare quelli esistenti – le facciamo da tempo anche noi da prima che diventassero di "moda" - ma senza il blocco per trent'anni per le nuove autorizzazioni alla costruzione di nuovi impianti inquinanti, nulla può salvarci. Inoltre, iniziare una campagna fatta di spietati controlli sulle aziende esistenti sia dal punto di vista ambientale che burocratico e alla prima falla presente, chiedere la chiusura degli impianti non a norma. Bisogna capire se la legge vale solo quando i cittadini devono essere avvelenati oppure vale anche quando essi si devono difendere da un pericolo di morte. Questa situazione è conosciuta a tutti, Prefetto e Governo compresi. E noi non perderemo occasione per ricordarglielo poiché se la Costituzione ha ancora un valore, essa tutela la salute come diritto fondamentale e non ha prezzo.
Per Noi con Salvini Aprilia
Il Coordinatore
Emanuele Campilongo
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