(ASI) Comprendiamo lo stato emotivo in cui versa il vicesindaco Tommaso Sodano, evidentemente in preda ad una autentica crisi di nervi, visto che non deve essere facile per nessuno imporre dall'alto un biodigestore da 20mila
tonnellate l'anno di rifiuti umidi su un territorio già massacrato dai veleni dei Campi Rom e abbandonato dalle istituzioni, fino a restare privo delle più elementari attività di manutenzione ordinaria, oltre che sfregiato dalle diffamanti fiction televisive che stanno facendo il giro del mondo.
A fronte di una situazione oggettivamente impossibile anche solo da avanzare come proposta ad una popolazione di quasi centomila abitanti già così gravemente colpita, cosa si aspettava dalla Municipalità il vicesindaco? Che ci nascondessimo dietro le nostre scrivanie (peraltro allagate dopo i giorni di pioggia) per applaudire la scelta dell'Amministrazione Comunale? Non sospettava che magari, vivendo gomito a gomito con i nostri concittadini dentro il disagio quotidiano, noi come Municipalità ci saremmo decisamente schierati dalla parte dei loro diritti e della loro dignità, ancora una volta sfacciatamente violati?
Il grave malessere che attraversa in queste ore Scampia, caro vicesindaco Sodano, nasce da qui, nasce dal non essere stati nemmeno interpellati, se non attraverso operazioni di facciata con un presunto associazionismo locale che con Scampia ha ben poco a che vedere. Nasce dalla consapevolezza di essere stati considerati, ancora una volta e per l'ennesima volta, la discarica a cielo aperto di Napoli.
Del messaggio "minatorio" che il vicesindaco avrebbe ricevuto ieri mentre era in corso una seduta con la Consulta locale, ignoriamo ovviamente mandanti e contenuti. Conosciamo solo quanto scritto dall'Ansa, comprese le inquietanti allusioni dello stesso Sodano: un linguaggio che forse appartiene al vicesindaco, non certo ai rappresentanti della Municipalità. Né tanto meno al sottoscritto, che le cose, come è noto, non ha l'abitudine di mandarle a dire.
Invitiamo perciò Tommaso Sodano a chiarire all'opinione pubblica il contenuto delle sue allusioni. Chi sarebbero, secondo lui, le persone che fingono di non saper scrivere correttamente in italiano per non farsi riconoscere? E cosa ha da dire sull'atteggiamento della Municipalità, apertamente schierata fin dal primo momento a difesa del suo territorio da questo ennesimo insulto?
Al vicesindaco consigliamo perciò, oltre ad una tripla camomilla, un doveroso esame di coscienza.
Certo, si è sentito punto sul vivo dal nostro comunicato di ieri, nel quale chiarivamo ai napoletani come, nelle brillanti intenzioni della holding proponente, Gesco, saranno i cittadini a dover pagare di tasca propria per avere l'onore di ospitare a casa loro l'impianto di compostaggio, compreso l'andirivieni quotidiano per le strade di Scampia d'una ventina di camion carichi di puzzolenti rifiuti organici. Una ingegneria finanziaria degna dei migliori Totò e Peppino.
Certo, Sodano è reduce da quattro anni e passa di gestione fallimentare del ciclo dei rifiuti, costata finora lacrime e sangue di tasse ai napoletani.
Certo.
Ma questo non gli consente di lanciare velenose allusioni, né di eludere il linguaggio chiaro e netto che deve contraddistinguere ogni pubblico amministratore capace di affrontare a viso aperto qualsiasi pur incandescente polemica.
Così, nel nostro piccolo, abbiamo sempre fatto noi.
E continueremo a farlo, respingendo al mittente qualsiasi tentativo di zittirci con metodi più o meno opachi.
Le minacce vanno ovviamente e fermamente condannate. Ma non meno duro deve essere il dissenso nei confronti di qualsiasi atteggiamento vagamente allusivo. Non sono metodi che ci appartengono, né debbono appartenere ai rappresentanti del Comune di Napoli.
Questo non lo permetteremo. E perseguiremo chiunque provi ancora a farlo.
Angelo Pisani
Presidente Ottava Municipalità di Napoli