OIPA chiede dunque al Governo di verificare l’effettiva sostenibilità della riforma per le imprese del comparto che tanto hanno contribuito alla crescita del nostro Paese creando nuovi posti di lavoro. E, una volta verificata l’inapplicabilità della nuova normativa per questa categoria, modifichi l’impianto della legge al fine di scongiurare una eventualità che cagionerebbe ripercussioni sull’intero sistema Paese. "Quella che porta avanti il Governo - dichiara Antonio Persici, presidente di OIPA - è una riforma che sentenzia la condanna a morte del settore dei Contact center. Una riforma fatta al buio, senza avere preventivamente verificato l’impatto che potrebbe avere sull’intero comparto. Invitiamo quindi il Governo a constatare quello che per noi è già una certezza: l’insostenibilità a livello produttivo e quindi economico della riforma". OIPA: per veicolare gli studi, le iniziative e le indagini dell’Osservatorio e per aggiornare quotidianamente i propri lettori sulle tematiche economiche più importanti.Osservatorio su Imprese e Pubblica Amministrazione ha come obiettivo principale quello di potenziare il dialogo tra mondo Imprenditoriale e Pubblica Amministrazione. L’Osservatorio si avvale del suo giornale online e cartaceo, Oipa Magazine (www.oipamagazine.eu)
OIPA: CON LA RIFORMA DEL LAVORO
NEI CONTACT CENTER OCCUPAZIONE A RISCHIO
E TRASFERIMENTO ALL’ESTERO DELLE ATTIVITÀ
(ASI) Roma, 11 giugno 2012 - OIPA (Osservatorio su Imprese e Pubblica amministrazione), da sempre attento alle esigenze del mondo imprenditoriale italiano, ha deciso di raccogliere il grido di allarme delle imprese operanti nel settore dei Contact center che denunciano l’insostenibilità della riforma del mercato del lavoro per il proprio comparto. Una riforma che, emendando l’attuale istituto dei contratti a progetto, rischia di portare alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro e al trasferimento all’estero delle attività, in paesi dove la produttività può essere esaltata.
L’articolo 8 della riforma del mercato del lavoro, così come formulato, metterebbe in grave difficoltà le imprese del settore, già chiamate ad affrontare il difficile contesto economico e finanziario.