(ASI) Nonostante i tempi, le incertezze geopolitiche e la timidezza post Covid, il made in Italy resta il sistema più osannato al mondo e più richiesto. I dati sull’export, resi noti dall’ISTAT, parlano chiaro, e soprattutto fotografano una realtà a trazione meridionale.
Infatti, secondo i dati nei primi 6 mesi del 2023 la Campania è risultata una delle regioni più dinamiche nel settore export con un +25,5% rispetto al semestre precedente; questo grazie principalmente alla crescita delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso Svizzera e Cina. Sono numeri importanti che confermano il ruolo del nostro Paese sullo scacchiere internazionale, e la valenza delle attività produttive tricolori. “Ora occorre continuare su questa strada, - ha esordito Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano - promuovendo micro e piccole e medie imprese sui mercati internazionali e rilanciando le filiere produttive”. Il noto economista ha poi sottolineato: “Il made in Italy è il plusvalore del sistema Paese, ma dobbiamo riportare l’artigianato d’eccellenza al centro delle filiere produttive perché è il ‘fatto a mano’ l’anima dell’eccellenza italiana. Sarti, orafi, ceramisti, incisori, liutai, falegnami e le tante produzioni d’eccellenza devono tornare al centro non solo dell’agenda produttiva, ma anche del mercato del lavoro”.
Il prof. Lepre che tra l’altro è presidente della Commissione Economia della Cultura dell’Ordine nazionale dei Commercialisti ha poi concluso: “Una buona fetta del PIL proviene dalle eccellenze artigiane che meglio delle produzioni industriali di alta diffusione rappresentano l’ingegno e la creatività del nostro grande Paese”.