(ASI) Dato perfettamente in linea con quanto già emerso da altri indicatori mensili: in Italia, come in molti paesi europei, il terzo trimestre comincia all’insegna del rallentamento, se non dell’arretramento, dell’attività economica.
Letti singolarmente, i diversi indicatori possono essere valutati senza particolari allarmismi. Per la produzione industriale e l’occupazione, per esempio, il ridimensionamento di luglio interviene dopo mesi favorevoli. E’ il quadro complessivo, invece, che desta preoccupazione: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat sulla produzione industriale di luglio.
In particolare – prosegue la nota - la domanda delle famiglie sembra aver esaurito la spinta al recupero, soprattutto per la componente relativa ai beni, come testimoniano proprio alcune criticità nel dato odierno della produzione industriale. La fiducia delle famiglie, che già mostra segnali di indebolimento, rischia di essere ulteriormente minata dalle tensioni che si sono generate in alcuni mercati delle materie prime energetiche.
L’insieme di questi elementi – conclude Confcommercio - potrebbe prolungare la fase di stagnazione, mettendo a serio rischio il raggiungimento dell’obiettivo di crescita dell’1,0% nel 2023.