(ASI) La produzione alimentare cresce in controtendenza con un aumento dello 0,5% a giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, spinta dal turismo estivo, a fronte di un calo dello 0,8% a livello generale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi alla produzione industriale a giugno 2023.
Si tratta della dimostrazione – sottolinea la Coldiretti – della capacità della filiera agroalimentare nazionale di garantire l’approvvigionamento anche della filiera turistica nonostante uno scenario segnato dall’impennata dei costi di produzione e dalle difficoltà nel commercio internazionale.
Indipendentemente dalla destinazione, nell’estate 2023 – rivela Coldiretti – il cibo è, infatti, la voce più importante del budget della vacanza in Italia con un terzo della spesa turistica destinato alla tavola per un totale stimato di 15 miliardi che supera quella per l’alloggio, trainata dalla voglia di convivialità.
L’Italia è diventata così leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.
“Per sostenere la produzione alimentare occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “sostenere nel Piano nazionale di ripresa e resilienza l’agroalimentare dove abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti”.