(ASI) Il colosso americano Disney sta creando un monopolio nel settore dell'intrattenimento e il bilancio recentemente diffuso testimonia la continua e costante crescita dell'impresa.
La società, che possiede già una vasta gamma di franchise di successo come Star Wars, Marvel e Pixar, ha inoltre acquisito alcune delle più grandi e rinomate società di produzione cinematografica e televisiva, come 20th Century Fox e 21st Century Fox e Star.
Con queste acquisizioni, Disney ha aggiunto una serie di blockbuster di successo alla sua già imponente collezione di contenuti, che include anche una vasta gamma di canali televisivi e piattaforme di streaming come ESPN e Hulu.
Inoltre, la società sta investendo pesantemente nella produzione di contenuti originali per la sua piattaforma di streaming, Disney+, che sta guadagnando terreno rapidamente nella competizione con colossi del settore come Netflix e Amazon Prime Video.
Tutto questo ha contribuito a creare un vero e proprio monopolio per Disney nel settore dell'intrattenimento, con la società che controlla una grande parte dei contenuti disponibili per il consumo dei media.
Ciò ha sollevato preoccupazioni per gli effetti a lungo termine di questa condizione sulla diversità dei contenuti disponibili e sulla concorrenza nel settore. Alcuni sostengono che una società così dominante potrebbe ridurre la diversità dei contenuti offerti e ostacolare l'innovazione, mentre altri ritengono (sbagliandosi) che la sua posizione di leader del settore possa effettivamente promuovere la qualità dei contenuti.
Un dato importante è testimoniato dal rapporto tra Disney e la legislazione americana in materia di brevetti. La legislazione americana prevede infatti che dopo 70 anni ogni prodotto creativo sia di proprietà di chiunque voglia trattarlo, ma la Disney, per preservare il suo diritto di creazione, ha fatto cambiare legge due volte, nel 1976 e nel 1998. Nel 2024 i brevetti per Topolino sono destinati a crollare, ma sicuramente il colosso d’intrattenimento troverà il modo di aggirare altre regolamentazioni.
In ogni caso, è indubbio che Disney stia attualmente creando un monopolio nel settore dell'intrattenimento, e sarà interessante vedere come ciò influenzerà il futuro dell'industria perché inevitabilmente porterà a un crollo delle piccole e medie realtà che vorranno introdursi nel mercato cinematografico, portando di conseguenza a una monopolizzazione dei contenuti e delle ideologie sostenute dall’azienda.
Per ora, Disney è in testa alla classifica delle compagnie con più utili nei listini della borsa statunitense: i risultati trimestrali dal ritorno di Bob Iger come CEO dell’azienda hanno portato numerosi profitti che né Netflix né Amazon Prime Video possono vantare.
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa Italia