(ASI) Il quadro che emerge dai dati diffusi oggi è ancora molto complesso, e delinea una economia in sofferenza in un contesto europeo che, seppure variegato, evidenzia elementi di non minore criticità, contribuendo alla debolezza della nostra economia, a cui viene a mancare anche una frazione rilevante di domanda estera. E’ il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.
La riduzione dello 0,4% del Pil nel primo trimestre del 2021 – spiega la nota - rappresenta una dinamica un po’ migliore delle attese. Appare piuttosto evidente, sul piano internazionale, la relazione tra intensità delle restrizioni all’attività produttiva e risultati in termini di attività economica.
Di conseguenza, - aggiunge l’Ufficio Studi - per una vera ripresa e per il raggiungimento degli obiettivi di crescita indicati nei documenti programmatici, è decisivo il buon successo del piano vaccinale cui si accompagni una strategia di riapertura chiara e, possibilmente, in accelerazione. Solo in questo caso sarà possibile salvare il terziario di mercato e, in particolare, la filiera turistica, rilanciando la relativa domanda di lavoro.
Proprio l’occupazione, - continua la nota - nonostante i timidi segnali di recupero di marzo, segnala nel confronto annuo una riduzione di 565mila unità (212mila per gli indipendenti). Il fatto che sotto il profilo congiunturale si osservi qualche crescita nell’area del lavoro autonomo e a termine testimonia il permanere di grande incertezza sulle prospettive future delle imprese.
Per l’Ufficio Studi di Confcommercio l’andamento dei prezzi desta limitate preoccupazioni seppure in ripresa per la componente energetica. Anche in Europa, l’inflazione di fondo è ampiamente sotto controllo, come in Italia (+0,7%). Tuttavia, su base tendenziale la variazione dei prezzi è in accelerazione da settembre, passando da -0,6% a +1,1% del mese di aprile. Non sarebbe una circostanza favorevole che l’inflazione si consolidasse prima della ripresa economica.