(ASI) "L’economia italiana non decolla, penalizzata da tassi sovrani alti solo nel nostro paese: l'export moderatamente positivo, gli investimenti in flessione e i consumi non accelerano.

 

Si addensano nubi sullo scenario internazionale e il commercio resta bloccato: nell'Eurozona preoccupa la fiducia e i mercati non aiutano, anche l’industria UK scivola, gli USA sono in frenata mentre la Cina tiene.",

Congiuntura e previsioni

Commercio bloccato... L’elevata incertezza geoeconomica, cresciuta di nuovo a maggio a livello internazionale, frena gli scambi mondiali: dopo il calo in aprile (-0,7%), le indicazioni sono negative per i mesi successivi, visti gli ordini esteri nel PMI globale (Purchasing Managers’ Index) sotto la soglia di 50.


… e l’Italia non decolla. Le condizioni dell’economia italiana sono rimaste deboli nel 2° trimestre. Andamento negativo per la produzione industriale, attesa in calo di 0,7%, nonostante un modesto recupero in maggio-giugno (stime CSC). Le imprese vedono la domanda in affievolimento, sia quella interna, sia quella estera. Il PMI continua il recupero nella manifattura, ma resta in zona contrazione (49,7 a maggio); viceversa, nei servizi è scivolato in area stagnazione (50,0).


Export poco positivo... Le vendite italiane di beni sono cresciute in aprile (+0,2%) e quelle extra-UE in maggio (+0,8% in valore), anche grazie all’euro debole fino a tale mese. Robusta la dinamica verso USA, Svizzera, Giappone e, un po’ meno, Cina. Invece, rallentano le vendite nella UE, specie per la debolezza dell’hub produttivo tedesco, cui l’Italia è legata. In prospettiva, pesa l’incertezza su un’escalation dei dazi USA, specie nel settore auto, e gli ordini esteri manifatturieri si riducono, sebbene a ritmo minore.

… investimenti in flessione... I dati disponibili preannunciano una dinamica debole degli investimenti nel 2° trimestre, dopo il positivo inizio anno grazie a quelli in costruzioni. Tra le imprese la fiducia è diminuita in giugno, anche nel manifatturiero, dopo il mini-recupero di maggio. In peggioramento marcato gli ordini industriali, in particolare quelli interni per i produttori di beni strumentali. La produzione nelle costruzioni, in calo anche in aprile, ha già acquisito un -2,2% nel trimestre.

… i consumi non accelerano. Gli indicatori per il 2° trimestre segnalano consumi privati ancora fiacchi. La fiducia delle famiglie ha ripreso a scendere a giugno, per le valutazioni sull’economia e per quelle sul bilancio familiare: ciò indica il persistere di una gestione prudente, con ulteriore crescita del risparmio. Gli ordini interni dei produttori di beni di consumo sono diminuiti nel trimestre. L’ICC mostra un -0,3% a maggio, specie negli acquisti di servizi. Un piccolo sostegno viene dall’occupazione (+0,3% a maggio).

Tassi sovrani alti solo in Italia. A giugno il tasso sul BTP decennale italiano è calato, in media, di due decimi, al 2,29%. Ma negli altri paesi dell’Eurozona i rendimenti stanno scendendo molto di più e sono ai minimi storici, non lontano da zero: in Irlanda, per la prima volta, è in territorio negativo (-0,08%), privilegio finora solo della Germania (-0,27%); in Spagna è a 0,51%, in Portogallo a 0,60%. Tale deviazione dell’Italia dal trend dei tassi riflette le carenze nella programmazione di una politica economica credibile, in grado di dare fiducia a investitori, lavoratori e imprese. La competitività delle aziende italiane ne soffre. A causa della stretta nell’offerta di credito da metà 2018, infatti, prosegue il calo dei prestiti (-0,6% annuo in aprile), anche se il costo è ancorato ai minimi (1,5%).

Eurozona: preoccupa la fiducia… Nell’area il calo della produzione (-0,5% in aprile) e i dati qualitativi negativi (PMI manifatturiero a 47,7 a maggio) confermano nel 2° trimestre la debolezza dell’industria, che dovrebbe protrarsi ai mesi estivi. La fiducia delle imprese, infatti, continua a peggiorare a giugno, quella delle famiglie arranca. Fanno da contrappeso il buon andamento delle vendite al dettaglio, la vivacità delle costruzioni, la resilienza dei servizi alle imprese, l’occupazione salita al massimo storico.

… anche l’industria UK scivola… A luglio il Regno Unito dovrebbe scegliere il nuovo Primo Ministro e cominciare a dissipare l’incertezza sulla Brexit. Intanto, i PMI di maggio segnalano che manifatturiero e costruzioni sono entrati in fase di contrazione e i servizi, in recupero, restano vicini alla stagnazione.

… i mercati non aiutano. L’euro ha preso ad apprezzarsi da metà giugno (1,14 dollari a fine mese, da 1,11) e ciò rischia di penalizzare l’export europeo. In parallelo, il petrolio mostra un rincaro (67 dollari al barile, da 61), pur calando in media rispetto a maggio; le Borse hanno recuperato dopo i ribassi di maggio, +7% negli USA e in Italia, dove però i valori restano ridotti, tenendo alto il costo del capitale.

USA in frenata... Indizi di rallentamento USA, per la forte incertezza: fiducia dei consumatori in ribasso, PMI manifatturiero appena sopra la soglia neutrale (50,1). La produzione industriale è rimbalzata a maggio ma dopo vari mesi negativi, gli ordini di beni durevoli calano, le vendite di nuove case segnano un -8%. Tuttavia, il mercato del lavoro resta solido e l’inflazione è solo poco sotto l'obiettivo (+1,8%).

… la Cina tiene. La Cina continua la lunga fase di crescita, provando ad archiviare i timori di frenata: per il 39esimo mese gli indici PMI fanno registrare espansione dell’attività. A trainare sono i servizi, ma anche la manifattura resta in zona positiva. Tra i paesi emergenti svettano l’India, dove il PMI manifatturiero segnala ulteriore accelerazione (52,7 a maggio), e la Turchia che si va stabilizzando.

Fonte: Confindustria.

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