(ASI) Roma - Secondo i dati dell’Istat, nel 2017 la retribuzione oraria media è cresciuta solo dello 0,6% rispetto all’anno precedente mentre si registra un considerevole aumento dell’inflazione che è dell’1,2%.
Dal 2013 al 2016 l’aumento dell’inflazione era stato minimo, oscillando tra lo 0,1% e lo 0,2% annuale con il 2016 caratterizzato addirittura da una deflazione dello 0,1%. Il risultato è che gli italiani perdono il loro potere d’acquisto. In un’epoca di crisi come questa, dobbiamo anche aggiungerci un alto tasso di disoccupazione (10,8%); a dicembre 2017 la stima degli occupati è diminuita dello 0,3% (-66 mila) e il tasso di occupazione è sceso al 58,0% (-0,2%). Ad aggravare la situazione ricordiamo che 5,3 milioni di dipendenti aspettano ancora il rinnovo dei contratti di lavoro (41,3%). Cosa può significare questa situazione economica per le famiglie italiane? Possono e devono fare qualcosa i partiti politici?
Sulla questione interviene anche la Federconsumatori che propone di investire in crescita e sviluppo e tagliare le tasse sul lavoro per imprimere una svolta al sistema economico. Queste le dichiarazioni: “Considerando le condizioni ancora critiche in cui versa il nostro sistema socioeconomico è innegabile che il Paese sia permeato da un clima di preoccupazione diffusa e anche nella nostra attività quotidiana ci confrontiamo con numerose e continue richieste di sostegno da parte di chi non riesce più a sostenere gli oneri economici derivanti da tasse e bollette. In questi mesi ci sono stati dei lievi cenni di ripresa ma si tratta di segni ancora troppo labili. Le famiglie continueranno a non percepire alcun miglioramento finché la questione del lavoro, vera e principale priorità del Paese, non verrà affrontata con decisione e incisività”, dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori. “Come ribadiamo da tempo, la realizzazione di un piano strategico per il rilancio dell’occupazione non è più rinviabile ed è pertanto urgente realizzare investimenti per la crescita e lo sviluppo e ridurre significativamente le tasse sul lavoro. Tali interventi rappresentano l’unica via per segnare una concreta inversione di rotta del nostro sistema economico e per raggiungere una ripresa stabile e duratura”.
L'aumento dei salari quindi non riesce a raggiungere quello dei prezzi, che salgono esattamente del doppio e porta così alla diminuzione del potere d’acquisto. Chissà se i partiti politici, nelle loro campagne elettorali, si ricorderanno di questi allarmanti dati per proporre poi delle valide e concrete soluzioni.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia