(ASI) L'Istat rende noto che a febbraio 2011 si rileva una riduzione congiunturale dell’1,4% per l’export e dello 0,4% per l’import, dovuta alle più ampie flessioni registrate sui mercati extra Ue (-4,3% per l’export e -1,6% per l’import), a fronte di una limitata crescita per gli scambi con i mercati comunitari (+1% per l’export e +0,6% per l’import). Nell’ultimo trimestre l’aumento riguarda entrambi i flussi, più sostenuto per l’area extra Ue.
La crescita tendenziale di febbraio risulta elevata per ambedue i flussi (+18,5% l’export e +19,4% l’import), contenendo l’aumento dei primi due mesi dell’anno al 21,2% per l’export e al 24,7% l’import, con una decelerazione maggiore per gli scambi extra Ue.
Si conferma poi la dinamica più sostenuta dei valori medi unitari delle importazioni (+14,9%) rispetto a quelli delle esportazioni (+9,4%). L’aumento dei volumi è più contenuto per l’import (+3,9%) rispetto all’export (+8,3%).
Il disavanzo nei primi due mesi dell’anno supera i 10 miliardi, rispetto ai quasi 7 miliardi registrati nello stesso periodo del 2010. Nello stesso periodo, al netto dei prodotti energetici, si registra un avanzo di 0,5 miliardi (+1,3 nel primo bimestre 2010).
Il contributo maggiore alla crescita tendenziale dei flussi arriva dai prodotti intermedi, con aumenti tendenziali superiori per le importazioni (+40,2%) rispetto alle esportazioni (+24%). Il deficit commerciale di questi prodotti nei primi due mesi sale a 4,2 miliardi.
Risultano in flessione le importazioni di beni strumentali (-0,4%) e di consumo durevoli (-2,1%). Gli avanzi commerciali registrati nei primi due mesi dell’anno per queste tipologie di beni sono pari, rispettivamente, a 4 e 1,3 miliardi.
I prodotti esportati più dinamici sono il coke e prodotti petroliferi raffinati (+45,4%) e i metalli e prodotti in metallo (+33,3%).
Le vendite di metalli verso Germania, Francia e Svizzera e di macchinari verso la Cina guidano la crescita delle esportazioni.
I computer, gli apparecchi elettronici ed ottici dalla Cina e il petrolio greggio dai paesi Opec forniscono il maggior impulso alla crescita delle importazioni.