(ASI) Secondo i dati diffusi oggi dall'Istat il potere di acquisto delle famiglie nel primo trimestre del 2015 sarebbe aumentato del + 0,8% rispetto allo scorso anno.
Un dato, questo, che sicuramente non riflette la reale quotidianità di molti cittadini, messi a dura prova dalla crisi economica che ormai da anni attanaglia il nostro Paese.
Consideriamo poi che si tratta comunque di una percentuale molto bassa, soprattutto se messa a confronto con il trend registrato in questi anni: dal 2008 ad oggi il potere di acquisto è crollato del -13,4%, e solo nel triennio 2012-2013-2014 i consumi delle famiglie sono calati del -10,7%.
A fronte di tali percentuali negative i dati, a nostro parere ottimistici, dell'Istat appaiono comunque ben poca cosa: più che di un miglioramento realmente percepito, si può parlare di un'illusione ottica.
"Per imboccare la via della ripresa serve ben altro. Se davvero si vuole intervenire per rilanciare la domanda interna e l'intero sistema economico, è necessario agire prima di tutto sul fronte dell'occupazione" - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Ribadiamo che l'avvio di un Piano Straordinario del Lavoro (che preveda importanti investimenti per ricerca e sviluppo, opere di modernizzazione delle infrastrutture e di messa in sicurezza degi edifici pubblici e un programma per valorizzare il settore del turismo) rappresenta il primo, fondamentale passo per restituire non solo redditi ma anche prospettive a milioni di disoccupati. In questo modo si andrebbe inoltre ad alleggerire il carico economico a cui le famiglie devono fare fronte con stipendi e pensioni di genitori e nonni, necessari a sostenere i giovani (e no) senza lavoro.
Redazione Agenzia Stampa Italia