(ASI) L’inflazione a maggio, secondo i dati diffusi oggi Istat, si attesta allo 0.5%. Registra il 0.1%, invece, il tasso relativo al cosiddetto "carrello della spesa", che contiene i prodotti a più alta frequenza di acquisto.
Si conferma, così la continua, anche se lieve, ingiustificata crescita dei prezzi.
Mentre i consumi, infatti, continuano a diminuire, i prezzi inspiegabilmente crescono, rendendo proibitivi per molte famiglie i costi di alcuni prodotti.
Le ricadute per le famiglie saranno pesanti: secondo quanto calcolato dall'O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il tasso di inflazione a tale livello comporterà ricadute di circa +216 Euro annui per una famiglia di 3 persone.
Così non si fa altro che alimentare la spirale depressiva in atto da anni. L'aumento dei prezzi genera una diminuzione del potere di acquisto delle famiglie, con la conseguente caduta dei consumi e della produzione, che determina a sua volta un'impennata della disoccupazione.
Basti pensare che, solo bel biennio 2012-2013, la diminuzione dei consumi ha segnato quota -8,1%, pari ad una riduzione di spesa, da parte di ogni famiglia, di circa 2.320 euro annui. Loro sì che hanno attuato una drastica spending review!
Bisogna intervenire con urgenza avviando un'attenta azione di controllo sulla determinazione dei prezzi, per poter contrastare le intollerabili speculazioni in atto sulle filiere produttive.
È fondamentale, inoltre, prendere provvedimenti urgenti per rilanciare la domanda interna, attraverso l'avvio immediato di un piano straordinario per il lavoro, rivolto specialmente ai giovani.(ASI)
Redazione Agenzia Stampa Italia