(ASI) Si conferma fermo allo 0,4% il tasso di inflazione a marzo. Il livello piu’ basso dal 2009 secondo l’Istat. Segnano una crescita dello 0’7%, inoltre, i prezzi relativi al cosiddetto “carrello della spesa”, vale a dire il paniere dei prodotti a piu’ alta frequenza di acquisto.
Dati a nostro parere ancora sottostimati che, in ogni caso, comportano pesanti ricadute per le famiglie. Basti pensare che, con l’inflazione a questi livelli, un nucleo familiare composto da 3 persone deve far fronte, in termini annui, un aumento di +248 Euro.
“Aggravi che, in ogni caso, si confermano in piena contraddizione con l’inarrestabile contrazione dei consumi che, in questi anni, ha segnato livelli allarmanti.” - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Nel biennio 2012-2013, secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la diminuzione dei consumi ha segnato quota -8,1%. Nel 2014 si prospetta un’ulteriore contrazione tra il -1,3 ed il -1,4%. Complessivamente, quindi, la diminuzione dei consumi rischia di toccare nell'ultimo triennio quota -9,5%, pari ad una riduzione della spesa delle famiglie di circa 67,8 miliardi di Euro.
Il dato piu’ allarmante, che segnala la situazione di profonda difficolta’ delle famiglie e’ sicuramente quello relativo alla contrazione dei consumi alimentari, accompagnata da profonde modifiche delle abitudini in questo settore.
Persino in occasione delle festivita’ pasquali le famiglie saranno costrette a ridurre i propri consumi, secondo le prime stime di circa il -13% rispetto al 2013.
Di fronte al grave scenario delineato da tali dati ci aspettiamo uno sforzo concreto ed immediato per rilanciare il potere di acquisto delle famiglie e per far ripartire l'intera economia, che ormai da anni risente della profonda crisi della domanda interna.
Sono positivi, in tal senso, gli intenti espressi dal Governo che abbracciano la filosofia dei tagli agli sprechi e ai privilegi e convogliano le risorse ricavate per la realizzazione del doveroso rilancio del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso. Un intervento che pero’ dovra’ essere esteso anche ai pensionati (non dimentichiamo che, secondo un recente studio dell’Istat, il 42,6% dei pensionati vive con meno di 1.000 Euro al mese), ma che, soprattutto, si dovra’ tradurre in fatti concreti e tangibili.
Redazione Agenzia Stampa Italia