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Eredità del governo tecnico Monti:  aumento delle tasse, record del debito pubblico, calo del Pil e produzione industriale, incremento disoccupazione e povertà degli italiani. Nel  2013 nuova stangata che incide 1.500 Euro a famiglia
(ASI) Per la serie l'operazione è riuscita ma il malato è clinicamente morto. Questa è l'amara realtà lasciata in eredità agli italiani dal governo tecnico di Mr. Mario Monti in appena un anno di esecutivo. Molte erano le speranze affidate nel Prof. della Bocconi, assai di più le delusioni dopo che i cittadini hanno sperimentato le sue, poco eque, ricette economiche per far uscire dalla crisi il nostro paese. Infatti, è aumentata a dismisura la tassazione senza che, per converso, ci sia stata una crescita che giustificasse gli enormi sacrifici fatti dagli italiani. Alla fine, come direbbe ironicamente Ettore Petrolini: "L'Italia è una nazione morta guarita". I più, visti gli scarsi risultati ottenuti, sono autorizzati a pensare che il mitico Ragionier Fantozzi avrebbe fatto meglio dell'illustre tecnico. Ma ritorniamo alla triste evidenza dei fatti; in merito all'operato del governo tecnico a guida di Mr. Mario Monti, considerata la sua gestione, esprimiamo un post giudizio non positivo.
Infatti, dopo il suo mandato, gli indicatori economici e sociali ci confermano che l malato Italia invece di migliorare la sua salute ha nottevolmente peggiorato la sua situazione. Perché asseriamo ciò? Semplice, perché abbiamo rilevato che dopo poco più di un anno dalla cura Mr.Monti quanti effetti negativi che essa ha provocato.
Aumenta la tassazione e si fanno drastici tagli allo Stato sociale (sanità, scuola, ecc.) e ai trasferimenti agli enti locali, contestualmente il debito pubblico raggiunge la cifra record e supera quota 2.014 miliardi, pari al 126,2% del pil con lo differenziale di borsa (spread) tra titoli Btp italiani e Bund tedeschi a 334 punti.  Con Monti si tocca il più alto debito mai raggiunto. Debito che pesa sulle spalle di ogni italiano per oltre 33.000 euro. Se raffrontiamo questo dato con quello di novembre 2011, quando l'Italia era sotto attacco della speculazione finanziaria e il premier di allora Silvio Berlusconi fu costretto alle dimissioni, constatiamo che il debito pubblico era pari al 120,1% del pil, ma attenzione il differenziale di borsa (spread) tra titoli Btp italiani e Bund tedeschi in quel periodo era di 560 punti. Allora, ciò evidenzia il fallimento del governo tecnico di Mr.Monti che si è particolarmente distinto ad introdurre nuove tasse che pesano sulle classi medio-basse. Mentre non ha tagliato i privilegi e non ha ridotto i costi inutili e gli sprechi della politica (drastica diminuzione dei parlamentari, consiglieri regionali e dei loro stipendi, riforma delle province, ritiro dei soldati dalle missioni all'estero, acquisto degli aerei militari F35, ecc. ecc..).

Inoltre secondo l'Istat la produzione industriale va sempre più giù e il Pil è a -2,4%. Infatti, ad ottobre si è registrato un calo del 6,2% con il settore auto in picchiata maggiore, ma Confindustria avverte: non è finita qui perché  i suoi studi hanno rilevato che il calo della produzione è proseguito a novembre con un ulteriore flessione dello 0,6% rispetto al mese precedente. Vanno male i principali fondamentali  dell'economia del paese.  A livello nazionale calano anche i consumi, anche quelli alimentari, dello 0,9%, mentre diminuiscono del 1,4% gli investimenti lordi, Invece sono in aumento le esportazioni dello 0,5%. In generale questo significativo arretramento anche nel IV trimestre conferma l'alta intensità della recessione. Altro aspetto negativo è il peso del fisco che incide sulle piccole imprese, dove il 58% si indebita per pagare le tasse e il 33% dell'aziende per versare le imposte non salda i fornitori. La difficoltà riscontrata nel settore industriale rende più palese il quadro generale sulla reale crescita, o come è meglio definirla decrescita e grande recessione in atto. Cosa che a cascata nel 2012 - fonte Censis - la crisi si riverbera  sul ceto medio che è sempre più povero e sta scivolando verso la soglia di indigenza. Realtà sociale che a causa della recessione si vede tagliare il 40% dei redditi e negli ultimi 10 anni la ricchezza è calata del 40%. Inoltre 2.500.000 di italiani si vedono costretti a vendere oro e gioielli di famiglia per riuscire a tirare avanti.

Ne consegue che sono sempre di più i senza lavoro in Italia. Il tasso di disoccupazione a ottobre supera la soglia dell'11%, raggiungendo l'11,1%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su settembre e di 2,3 punti su base annua. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisori). È il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie mensili). Guardando alle serie trimestrali è il maggiore dal primo trimestre '99. In valore assoluto i disoccupati sono 2,87 milioni. A ottobre il numero record di disoccupati deriva da un aumento del 3,3% su base mensile, con quasi cento mila persone in più alla ricerca di un impiego rispetto a settembre (+95 mila), mentre su base annua si contano 644 mila disoccupati in più, con un rialzo del 28,9%. Andiamo a vedere in dettaglio i dati.  Situazione ancora peggiore per i giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a ottobre è al 36,5%, è il livello più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia dall'inizio delle serie trimestrali, cominciate nel IV trimestre del 1992. L'Istat sottolinea anche come tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 639 mila.
Più complesso il dato relativo all'occupazione femminile. Se in termini assoluti non c'è grande differenza tra uomini e donne che hanno perso il lavoro, in termini congiunturali aumentano in percentuale le disoccupate è in crescita perché ci sono più donne che cercano lavoro. I precari , secondo l'Istat, nel terzo trimestre 2012 le figure lavorative a tempo pieno continuano a mostrare una forte caduta (-2,0%, pari a -398.000 unità rispetto allo stesso periodo di un anno prima). Il risultato riflette soprattutto il calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-2,7%, pari a -347.000 unità), specie nelle costruzioni e nel settore dell’amministrazione pubblica. Prosegue, ininterrotta dal I trimestre 2010, la crescita degli occupati a tempo parziale che nel terzo trimestre 2012 manifesta un incremento su base annua dell’11,6% (+401.000 unità). Inoltre, Tre milioni  sono in cerca di lavoro con un aumento del 34,2%( confronto tra il 1 gennaio-30 giugno 2011 e il prima semestre del 2012), 1 su 5 ha perso l'occupazione. Oltre a questi riscontri negativi c'è da aggiungere in merito alla disoccupazione che gli studi della Cgil come asserisce il segretario confederale, Susanna Camusso ha rilevato che: «Il 2013 sarà un anno sul piano occupazionale molto più pesante del 2012 che già è stato il più pesante di questi anni».  La Camusso sottolinea che l'anno 2013 «non essendo intervenuti sui fattori che determinano le difficoltà» ci sarà un «effetto moltiplicatore». E ha aggiunto: «La riorganizzazione degli ammortizzatori sociali sarebbe certamente da rinviare nel momento in cui ci sarà la crescita».
I consumi sono scesi al livello del 1997 e per quanto attiene alle spese si fanno rinunce e si mira essenzialmente alla dignitosa sopravvivenza. Le famiglie sono più povere e sono a rischio povertà, dati Istat, 3 italiani su 10. I più esposti sono i nuclei mono-reddito con figli piccoli.

Questa crisi deve fare riflettere anche sull'aumento dei "reati di strada" che, nel 2011, rispetto all'anno precedente, sono incrementati del 5,4% Mentre le rapine hanno segnato un +20,1%, i furti di appartamento +21,1% e gli scippi e borseggi 24%. In questo contesto particolarmente attiva è stata la microcriminalità. La sensibile crescita dei reati di strada sta a significare che è il frutto di una criminalità chiamata di sussistenza che sta a testimoniare una crescente povertà e l'aumento del disagio sociale. Effetto che porta nuovi soggetti a commettere i reati. Contestualmente a rendere la situazione dell'ordine pubblico peggiorata in Italia è il minor presidio del territorio garantito da parte delle forze dell'ordine che a causa  dei tagli alle spese attuata dal governo nei loro confronti della forza pubblica che ha costretto ad una razionalizzazione che limita di molto i loro interventi. Cosa che va soprattutto a danno del controllo del territorio e diventa area dove poter consumare impunemente i reati.

Infine, Mr.Mario Monti, dopo aver lasciato in mutande gli italiani con Imu ed altri ingiusti balzelli, non pago di aver impoverito di molto i suoi connazionali, ci ha donato una nuova stangata per 2013. Una raffica di aumenti che significa maggiori  spese a carico delle famiglie di circa  1.500, Euro all'anno. Infatti nel 2013 ci saranno rincari per alimentari, gas, bolli, servizi postali, Rc auto, canone Rai, autostrade, con aumento delle multe per le infrazioni al codice della strada adeguate all'inflazione monetaria, mentre le pensioni che superano 1.400 lorde sono state bloccate e non rivalutate.

A tutto ciò va aggiunto l'aumento dell'addizionali Irpef  regionali che dall'attuale 1,73% che molto probabilmente passerà al 2,03% e l'introduzione di una nuova gabella dal nome Tares che aumenta considerevolmemte e sostituisce la già cara tassa sui rifiuti Tari. Per cui tutti i proprietari di casa saranno costretti a rifare i conti con un aggravio di costi valutato intorno a 0,40 centesimi a metro quadro. Tanto che la Confederazione Nazionale dell'Artigianato con il direttore di Roma Lorenzo Tagliavanti avverte del pericolo:  "Non se ne può più. Non si può scegliere come unica strada quella dell'umento costante e continuo delle tasse. Il 60%  della nuova tassa graverà sulle imprese: artigiani, semplici negozi, capannoni, bar, ristoranti. Si è intrapreso un cammino che porta allo strangolamento dell'economia. E' necessario invertirlo prima che sia troppo tardi".

Commento finale:
riscontri negativissimi che pesano come un macigno sull'operato del governo dei tecnici, tra l'altro non eletti, impostici dall'alto e al cui capo era l'economista scuola Bilderberg e Goldman Sachs Mr.Mario Monti. Dovevano risanare l'Italia, invece, si sono distinti per vessazioni, tasse e svendita del patrimonio immobiliare dello Stato. Nonostante ciò i risultati ottenuti ci confermano che hanno impoverito la nazione e  reso più indigenti gli italiani. Un'azione che ci ha fatto anche perdere sovranità e prestigio internazionale come potenza industriale.  Complimenti Mr.Monti con lei, forse, abbiamo guadagnato la considerazione di quella Europa dei Banchieri, lontana dal sentire del popolo sovrano,che fa  elargire all'1% finanziamenti alla banche, mentre, in un momento di grave crisi come questo, introduce anche  Basilea 1 e 2  e  costringe a restringere alla banche private il credito da dare  all'economia reale e alla gente. Finanziamenti che sono  indispensabili, soprattutto in questo momento in cui la recessione tocca un picco molto alto per sopravvivere. Liquidità che ridarebbe vitale ossigeno alle imprese e permetterebbe una vera ripresa dell'economia reale fatta di investimenti e di occupazione, ossia di un ciclo virtuoso. A cui andrebbe aggiunto l'intervento dello Stato con opere pubbliche ed infrastrutture strategiche per il Paese. Di ciò che è positivo per l'Italia non abbiamo trovato  traccia nella gestione del governo tecnico di Mr.Monti.  Finita la sua assai deludente parentesi, ora il pericolo è che i cattivissimi medici che hanno ridotto sia nel passato e di recente l'Italia in questa pessima condizione, vogliono essere loro stessi i "curatori" futuri. Il pericolo c'è ed è reale. Inoltre, se, per interesse e calcolo elettorale, è spiegabile che Casini, Fini, Montezzemolo si mettano al servizio del professore della Bocconi, la cosa che non capiamo concettualmente, ma comprendiamo molto bene materialmente, è il perché anche i vertici del Vaticano, rappresentati Bagnasco e Bertone, si ergano a paladini di Mr.Mario Monti. Un segnale della secolarizzazione della Chiesa? Per cui gli affari hanno il sopravvento sulla carità cristiana verso i poveri? Che sia anche un periodo di grande decadenza morale e che investe ogni ambito della società è un dato di fatto.  E gli italiani cosa fanno? Dovrebbero aver ben imparato la lezione, sperimentata sulla loro pelle grazie ai "calci in faccia che il merito paziente ha ricevuto dai mediocri..." amministratori.  E tempo che prendano coscienza della situazione e civilmente reagiscano punendo anche elettoralmente  tutti quelli che, ad ogni livello, sono stati la causa dei nostri guai e della sofferenza degli italiani. Se ciò non dovesse accadere, allora significherebbe che non siamo politicamente liberi e maturi per fare il bene prima di tutto dell'Italia. Inoltre, sarebbe di nuovo attuale la frase che il Cavaliere Benito Mussolini disse: "Governare gli italiani non è impossibile, è inutile". La risposta se il Cavaliere avesse ragione o meno, ve la daremo dopo l'esito delle elezioni politiche.

Ettore Bertolini - Agenzia Stampa Italia

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