(ASI) Il termine cantiere suggerisce una serie di collegamenti nell’immaginario comune: operosità, manualità, la costruzione di uno spazio atto all’accoglienza, ma anche modificazione dell’ambiente, forse aspirazione a una sorta di immortalità
Il Teatro Cantiere Florida è in un certo senso tutto questo: una cura artigiana nel delineare una ricca stagione di spettacoli, laboratori, residenze e incontri con realtà altre; l’impegno a “sporcarsi le mani”, come rivendicano gli stessi organizzatori, per radicarsi nel territorio e diffondere cultura, sapere e bellezza; e il desiderio di modificare, con il proprio lavoro e il linguaggio teatrale, il paesaggio urbano e umano nel quale viviamo. Ecco, quindi, presentato il Cartellone 2016/17 con un bouquet di trentatré titoli che spaziano dalla danza alla prosa passando per il teatro ragazzi, tre prime nazionali e un progetto, Scena Libera, in sinergia con le case di reclusione di Prato e Sollicciano. Impossibile, naturalmente, fare l’elenco dettagliato delle proposte ma, sbirciando qua e là, è doveroso segnalarne almeno alcuni. Partiamo subito da Scena Libera, che sembra esprimere al meglio l’impegno al radicamento e all’uso del linguaggio teatrale per incidere fortemente nel tessuto sociale. Il progetto prevede una serie di incontri sulla situazione carceraria italiana, che si terranno nel marzo del 2017, a una anno circa dagli Stati Generali dell’Esecuzione Penale - un’apertura al dialogo tra operatori, detenuti, società civile e mondo teatrale, indispensabile per evadere da ghetti fisici e mentali, idee precostituite, pregiudizi e paure. Un’occasione, anche, per assistere a quattro spettacoli che andranno in scena in tre diverse location. Al Cantiere Florida, dove assisteremo a Proteggimi (con i detenuti della casa circondariale di Prato, il 16 marzo); e a Come un granello di sabbia. Giuseppe Gulotta, storia di un innocente (prodotto da Mana Chuma Teatro, il giorno successivo); nella casa di reclusione di Sollicciano, dove saliranno sul palco gli stessi detenuti per interpretare Dal carcere (il 18 marzo); e presso la Sala degli Specchi di Palazzo Medici Riccardi, dove andrà in scena Malesigu (sempre con gli attori detenuti di Sollicciano e la regia di Elisa Taddei). Gli spettatori di domani sono i bambini e i ragazzi di oggi. Per costruire la nostra città utopica, il teatro dedicato a loro è, quindi, necessario. Tra i molti titoli in programma, segnaliamo Cappuccetto rosso, della Compagnia Giardino Chiuso, fusione mirabile di linguaggi e storie che, seppure nate in luoghi e periodi diversi da quelli della favola di Perrault o dei fratelli Grimm, ne riprendono temi e motivi con differenze geografiche si fanno distinguo culturali interessanti anche per gli adulti; e I 4 Moschettieri in America, de I Sacchi di Sabbia, che ha avuto un enorme successo nella passata stagione al Mauro Bolognini di Pistoia, ha conquistato la platea di Kilowatt Festival durante l’estate, e si può essere certi che catturerà anche l’immaginario di adulti e ragazzi fiorentini grazie alla polisemia dei mezzi teatrali e testuali utilizzati.
Passando alla stagione di danza, spicca la forte visione della direzione artistica che, tra l’altro, ha scelto di dedicare a Shakespeare (a 400 anni dalla sua morte) un omaggio vivo e vitale, lontano dalle celebrazioni stucchevoli. Ecco, quindi, che il 20 ottobre, il Cartellone presenterà un’intera serata dedicata al Bardo, tutta al femminile, intitolata WWW. We William’s Women. Due le coreografie pensate sul personaggio perturbante di Lady Macbeth, Frammenti di Lady M., firmata da Simona Bucci, e Così misurerò il tuo amore - A Suggestion, di Angela Torriani Evangelisti. In scena anche l’assolo Will, di Charlotte Zerbey, che si ispira ai Sonetti dell’autore inglese. E ancora, la Compagnia Zappalà Danza, proporrà, in un nuovo allestimento, uno dei lavori che l’hanno resa celebre, Romeo e Giulietta, in versione 1.1. Mentre la figura di Otello sarà al centro del nuovo spettacolo di Claudio Malangone, Sempre per la danza, ma al di fuori del discorso shakespeariano, Roberto Castello (in tournée con Trattato di Economia) torna a vestire i panni di coreografo per In girum imus nocte et consumimur igni - che vedrà in scena Mariano Nieddu, Giselda Ranieri, Ilenia Romano e Irene Russolillo.
Naturalmente la carrellata delle proposte sarebbe ancora lunga ma, per evitare il rischio della lista della spesa, saltiamo (dispiacendocene) qualche titolo e veniamo alla stagione di prosa - che sarà inaugurata dalla nuova produzione de La Corte Ospitale, Riccardo III e le regine, diretta e interpretata da Oscar De Summa (reduce dal successo della Trilogia della Provincia), con la presenza in scena di tre ottime interpreti del panorama attorale italiano, Silvia Gallerano, Marina Occhionero e Isabella Carloni.>Sul tema che sta dominando i palcoscenici, ossia quello della pittura e dei grandi maestri contemporanei e del passato (si pensi a Rosso, sulla vita di Rothko e sul suo rapporto con il giovane discepolo, presentato in Italia dall’Elfo Puccini di Milano; o a Caro George, lo struggente monologo scritto da Federico Bellini sulla relazione tra Francis Bacon e George Dyer; o ancora, Piero della Francesca. Il punto e la luce, di Capotrave), arriva al Florida Rivelazioni. Sette meditazioni intorno a Giorgione, conferenza-spettacolo firmata da Anagoor. E, sulla stessa scia, Leviedelfool presentano Made in China, Postcards from Van Gogh (sullo statuto dell’opera d’arte, quale unicum, in tempi di riproducibilità di massa dell’oggetto).
Last but not least, un accenno a Utoya, scelta oltremodo azzeccata dato l’intento di Cantiere Florida di “sporcarsi le mani” con la nostra quotidianità. Uno spettacolo diretto da Serena Sinigaglia che affronta la strage sull’isola di Utøya, del 22 luglio 2011, compiuta dal terrorista norvegese Anders Breivik.
Buona visione a tutti.
Simona M. Frigerio - Agenzia Stampa Italia