(ASI) Mi è difficile scrivere per commentare l’estro di amici cari, ancor più quando il loro impegno è contrassegnato a salutare un ulteriore amico, con il quale si sono spartiti diversi momenti della propria vita, per lavoro o amicizia familiare.
Al Museo Orto Botanico di Roma, in occasione della rassegna “Classica al Tramonto”, la pianista Gilda Buttà, il flautista Paolo Zampini ed il violoncellista Luca Pincini, hanno eseguito due concerti dal titolo “Assolutamente Ennio Morricone”.
Sono certo che i loro nomi siano sufficienti per aprire il cuore non solo degli appassionati di buona musica, ma anche dei lettori di questo articolo. Generazioni di conoscitori e non, che senza difficoltà riescono a distinguere l’unicità dei loro strumenti anche in interpretazioni orchestrali. Tre fuori classe che hanno accompagnato Morricone per alcuni decenni, tre maestri della musica italiana ed internazionale, che durante questi concerti (come due lunghi tempi per riuscire a contenere il flusso di pubblico), sono riusciti ancora una volta a portare la loro voce solista, tanto ricercata dal compositore, in un trio affiatato dove come sempre hanno “collocato” tra loro una quarta importantissima presenza: quella di Morricone. Loro non hanno bisogno di “seguirsi” con lo sguardo mentre suonano ed il pubblico ha cercato sul palco la figura del compositore, che ancora una volta li dirigeva con la bacchetta. La regia del suono è stata affidata a Fabio Venturi, anche lui per tanto tempo al fianco di Ennio e che lo ha ricordato su un giornale citando la sua frase “il lavoro più importante è il prossimo”.
Gilda, Luca e Paolo non hanno tralasciato brani di musica contemporanea, di quelle “Dimensioni sonore” che Morricone recepiva come lo scorrimento del sangue nelle sue vene, non hanno dimenticato l’omaggio ai film western con la “Suite Leone”. Hanno offerto una prima autorizzata dal grande compositore, una Fragmenta of Mission arrangiata da Pincini, una “Cadenza per flauto”, un “Rag in frantumi” per pianoforte e tante melodie che da sempre fanno ricordare dei film leggendari, ma egualmente spingono la fantasia di ognuno ad assaporarne le note lasciandosi cullare, anche in una calda serata romana.
Li ho conosciuti tanti anni fa, ad un concerto di presentazione del CD “A Eva Fischer pittore”, che affiancava l’inaugurazione di una personale della pittrice. Da allora, ogni volta, questi maestri mi hanno emozionato, perché suonano con il cuore. La loro interpretazione è sempre personale ed ognuno riesce a colorare le sue note.
“Assolutamente … Ennio Morricone”, ma anche “assolutamente … Buttà, Pincini, Zampini”… si dice che forse a settembre vi saranno altri loro concerti all’Orto Botanico di Roma …
Alan Davìd Baumann