(ASI) Il Mei plaude al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini per il suo intervento a supporto, tutela e valorizzazione del cinema, fiction e creativita' italiana in tv, ora si provveda anche per la musica.
"Il MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti ha appena concluso la sua ventitreesima edizione con la conferma di 30 mila presenze e la conferma come la piu’ importante piattaforma di scouting di nuova musica del nostro paese. Nei diversi incontri e convegni di rilievo nazionale che si sono succeduti il Ministro Franceschini ha ricevuto tantissimi elogi per i suoi interventi a favore della musica. Gli operatori della Festa della Musica, la WIN, l’Associazione Mondiale Discografici Indipendenti e le Indies italiani, i Festival giovanili della Rete e quelli di rilievo nazionale di Italian Quality Music Festival hanno apprezzato i tanti interventi a sostegno del settore musica che necessita dell’approvazione della Legge sulla Musica e sullo Spettacolo dal Vivo condivisa da tutti gli operatori del settore. A tale proposito plaudono all’intervento sempre del Ministro Franceschini per le quote a sostegno della tutela e valorizzazione del cinema e della fiction nella tv italiana e chiedono che tale provvedimento venga declinato anche a favore della musica con un provvedimento che porti al 40% di musica italiana in tutte le tv e le radio pubbliche e private con una quota del 20% a favore dei dischi di esordienti, come accade in Francia e in altri paesi.
A tale proposito si rinnova la proposta avanzata in tal senso da ben 31 Senatori del Parlamento della Repubblica di ogni area culturale e politica guidati dal Senatore Stefano Collina affinche’ tali proposta diventi legge.
I SENATORI PER IL “MADE IN ITALY” MUSICALE: 31 SENATORI GUIDATI DAL SEN. STEFANO COLLINA, CON UNA INTERROGAZIONE AL MINISTRO, RACCOLGONO L’APPELLO LANCIATO DAGLI AMICI DELLA MUSICA E DAL MEI DI FAENZA, IN CUI SI CHIEDONO MAGGIORI INTERVENTI PER LA MUSICA DEL NOSTRO PAESE!
Con l’Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01556, Pubblicato il 28 gennaio 2014, nella seduta n. 176, primo firmatario il Sen. STEFANO COLLINA (PD), insieme a 30 colleghi Senatori di PD/GRUPPO MISTO/FI-PDL/LN.-AUT./GAL/AUT.-PSI-MAIE, è stata presentata l’interrogazione parlamentare al Ministro per i Beni e le Attività Culturai.
Ecco il testo integrale dell’interrogazione:
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01556
Pubblicato il 28 gennaio 2014, nella seduta n. 176
COLLINA (PD), DEL BARBA (PD), DE MONTE (PD), SCALIA (PD), BISINELLA (LN-AUT.), LIUZZI (FI-PDL), CARDINALI (PD), PUGLISI (PD), FABBRI (PD), VACCARI (PD), CUOMO (PD), GIACOBBE (PD), MASTRANGELI (MISTO), PANIZZA (AUT.-PSI-MAIE), RICCHIUTI (PD), MATTESINI (PD), ASTORRE (PD), ORRU’ (PD), PAGLIARI (PD), CUCCA (PD), MOSCARDELLI (PD), RUTA (PD), SCAVONE (GAL), GHEDINI Rita (PD),FERRARA Elena (PD), D’ADDA (PD), SOLLO (PD), CIRINNA’ (PD), IDEM (PD), LO GIUDICE (PD), MANASSERO (PD), al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Premesso che:
il settore delle attività musicali in Italia esprime un volume di affari annuo di circa 3 miliardi di euro e coinvolge circa 400.000 addetti, con 123.000 piccole e medie imprese; si tratta di diversi protagonisti che partecipano con ruoli diversi: produttori e distributori di strumenti, compositori, autori, interpreti, esecutori, editori musicali, case discografiche, organizzatori di concerti ed altri soggetti ancora che collaborano a differenti livelli nel processo di creazione, produzione e distribuzione del prodotto;
tale settore rappresenta, dunque, un importante volano economico per il nostro Paese, con il grande vantaggio che non può essere in alcun modo spostato e delocalizzato ed è un’importante fonte di occupazione, soprattutto giovanile;
considerato che:
i recenti provvedimenti adottati dal Governo in carica per favorire il rilancio di tale settore, seppur apprezzabili, son in tutta evidenza del tutto insufficienti a consentire un reale sviluppo di tale settore di attirando anche investimenti in coproduzioni e altre attività meritorie per la crescita e lo sviluppo del settore;
la mancanza di un quadro legislativo aggiornato e moderno e la conseguente emanazione di normative, soprattutto di regolamenti, hanno inciso solo superficialmente sui processi imprenditoriali e creativi del settore senza operare efficacemente per indirizzare nuovi processi di sviluppo,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di doversi attivare per fornire un adeguato rilancio e tutela della produzione musicale italiana sul modello degli altri Paesi europei, come la Francia e l’Inghilterra, per realizzare un progetto generale capace di restituire al nostro Paese, attraverso una ritrovata competitività, il ruolo primario che per tantissimo tempo ha caratterizzato l’industria della musica italiana;
quali misure intenda adottare per favorire la crescita, lo sviluppo e il rafforzamento della sua identità musicale nell’ambito del made in Italy, con l’obiettivo di trasformare il nostro settore come una delle attività più produttive e moderne;
in attesa di una legge-quadro che intervenga in modo organico in materia, se non ritenga opportuno attivarsi affinché all’interno dei programmi radiofonici e televisivi venga riservata una quota obbligatori pari al 40 per cento di musica italiana prodotta in Italia, con un’ulteriore quota destinata alla promozione dei giovani talenti pari al 20 per cento, come, ad esempio, avviene in Francia, estendendo tale rapporto anche nel settore dei grandi network privati italiani;
se, inoltre, non ritenga opportuno intervenire, per quanto di propria competenza, anche sul tema della Siae e della raccolta dei diritti primari e connessi per tutelare maggiormente i giovani esordienti e tutti i piccoli autori, editori, produttori, artisti, interpreti ed esecutori indipendenti ed emergenti;
se non ritenga attivarsi con sollecitudine per una riforma del Fondo unico per lo spettacolo che riconosca anche le musiche attuali e per un tavolo nazionale comune di lavoro per la promozione della musica italiana all’estero e altri interventi anche declinati a livello regionale;
se non ritenga utile e opportuna l’attivazione di un tavolo di confronto con le piattaforme digitali e telefoniche multinazionali distributrici di musica per un maggiore riconoscimento in termini economici dei contenuti musicali". Conclude la nota.