(ASI) Perugia – Il gruppo musicale “Delenda Carthago” quest’anno compie 20 anni di vita. Un lungo percorso quello di questo gruppo, iniziato allor quando i suoi componenti erano dei giovanissimi ragazzi di Perugia, per la maggiore non ancora maggiorenni, che accumunati dalla passione politica vollero dare un’espressione musicale ai loro ideali. Accompagnando il volantinaggio del militante alla musica delle chitarre, delle batterie e alla voce espressa dinnanzi al microfono. Un lungo percorso durato ben due decenni, che ha portato i Delenda Carthago a numerosi concerti in tutta Italia e anche all’estero, cercando di trasmettere, con le loro parole, le idee e le fedi che si fanno musica. Sabato 17 giugno i Delenda Carthago terranno il loro concerto annuale “Lindisfarne” a Perugia, un’occasione per rivedersi con gli amici e i sostenitori più fedeli, e per presentare il loro ultimo album. L’album del ventennale, “Uomini Liberi” che nasce anche come un rinnovamento di genere musicale del gruppo. Ma a parlaci di tutto questo è Federico Donti, leader e frontman dei Delenda Carthago, rilasciando gentilmente un’intervista ad Agenzia Stampa Italia.
La musica alternativa della destra, generalmente intesa, o, per dir meglio, dell’area Nazionalpopolare, è sempre stata un mezzo per raccontare le storie, le battaglie e i sogni, di quel mondo politico che dal secondo dopoguerra in poi ha sempre avuto vita difficile nell’Italia democratica. Un modo di fare musica che ebbe le sue origini negli anni ’70 del secolo passato, con i gruppi “Amici del Vento”, “Compagnia dell’Anello” e i cantautori come Massimo Morsello, arrivando agli anni ’90 con Marcello De Angelis e i suoi “270bis”, “Gesta Bellica”, “Hobbit”, fino agli odierni giorni con “Sköll”, “Antica Tradizione”, “Zetazeroalfa”, il cantautore Gabriele Marconi. Federico Donti, per Lei e per i “Delenda Carthago” nati nel maggio del 1997, cosa vi spinse a creare in quel di Perugia un gruppo musicale che dopo due decenni ancora vive?
Federico Donti: «Oltre la passione per la musica, in tutto il suo essere, c’è stata e c’è ancora la voglia di esprimere le proprie emozioni attraverso le canzoni.
Quando ho iniziato non ero ancora maggiorenne e non avrei mai pensato di arrivare a festeggiare i venti anni con i Delenda Carthago. La spinta era data da un mix di passioni tra militanza politica e musica, ispirandomi principalmente alle sonorità e a ciò che potesse piacere alla gente comune.»
Per Delenda Carthago come sono stati questi vent’anni di vita?
Federico Donti: «Come tutte le cose belle, anche per questa avventura il tempo è passato in fretta. Ricordo ancora nitidamente le immagini e le sensazioni di quel maggio del 1997, quando ancora frequentavo il geometri; radunai molte persone intorno al movimento politico, ed una frangia di questo divenne il gruppo Delenda Carthago.»
In tutto questo tempo, quali sono stati i messaggi che avete cercato di esprimere tramite la vostra musica?
Federico Donti: «Con i Delenda Carthago ho affrontato svariate tematiche, da quelle storiche a quelle sociali, guardando l’obbiettivo da un’altra prospettiva. Come sopra detto, ho sempre voluto far arrivare ad orecchie esterne all’ambiente le nostre canzoni con un giusto equilibrio tra arrangiamento e testo. Prendiamo per esempio “Urla nel silenzio” (dal disco “Il Crepuscolo degli Dèi”) dove abbiamo affrontato il dramma delle foibe, sempre trattato esplicitamente e di petto, attraverso la storia di Gino Gorlato e la sua vita. Così come per “Un giorno tornerò” (sempre dal disco “Il Crepuscolo degli Dèi”), “Primavera ‘45” (dal disco “Invasione”) ect…»
I concerti, gli eventi, che vi sono rimasti più nel cuore?
Federico Donti: «In venti anni abbiamo suonato in quasi tutt’Italia e una tappa in Spagna e me li ricordo tutti; quelli che mi sono rimasti più nel cuore sono stati sicuramente quello in cui suonammo con Massimo Morsello, e tutti quelli in cui abbiamo trovato amici e fratelli con cui ancora ci sentiamo e collaboriamo! E anche quelli in cui sono stato spettatore!»
Come Delenda Carthago, avete sempre cercato di percorrere anche strade innovative per la musica alternativa, tentando di far uscire la “musica nazionalpopolare” dai ristretti limiti imposti e, alle volte, autoimposti del suo pubblico. Quali sono le critiche e i consigli che come gruppo musicale vi sentite di dare alla musica alternativa?
Federico Donti: «Sin dal principio volevo far sì che il nostro messaggio arrivasse al pubblico più ampio. Il concetto è lo stesso della propaganda politica: inutile se fine a se stessa ed autoreferenziale e fatta solo nelle sezioni o circoli d’area! Per cui abbiamo iniziato a suonare nei locali e bar, con un pubblico vario che ci ha apprezzato, comprato dischi ed ancora ci segue: questa è la nostra vittoria!
Ciò che ci caratterizza, inoltre, sono sicuramente la qualità e la ricerca sia sonora, che di testo e d’immagine. Tutto questo perché non siamo mai stati legati a stereotipi “d’area”!»
Con il vostro nuovo album “Uomini Liberi”, che lancerete al concerto per il ventennale “Lindisfarne” di sabato 17 giugno a Perugia, quali sono i temi più importanti che avete affrontato e quali sono le novità del vostro stile di musica?
Federico Donti: «Con il nostro nuovo disco “Uomini Liberi”, abbiamo abbandonato un ibrido genere tra Rock/Hardrock per dare spazio a quello che è più vicino a noi: il Pop-Rock!
Questa è stata una scelta dettata da un percorso di ricerca sulla nostra identità, su quello che siamo e cosa vogliamo trasmettere e devo dire, che visto il soddisfacente risultato, ci è servito eccome!
Uomini Liberi è un concept album uscito a vent’anni dalla nascita dei Delenda e a cinquanta dal primo concept lanciato nel mercato della storia musicale dai Beatles; tutte le dieci canzoni inedite sono incentrate sulla figura dell’uomo libero, inteso da noi DC come il superstite di questo mondo in fiamme che ha perso il suo essere, divorato dal consumismo e dalla demagogia. Noi siamo senza dubbio uomini “Sopra le rovine”.
Presenteremo il disco in occasione di Lindisfarne 2017, una giornata da me organizzata per il quarto anno consecutivo, per festeggiare l’arrivo dell’estate, insieme a vecchi e nuovi amici!»
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia