(ASI) Voghera (PV). Che la Musica – ben più che un linguaggio – sia un’autentica dimensione dove individui di culture, tradizioni, età ed estrazioni diverse trovano un comune punto d’incontro espressivo, è cosa nota e condivisa. Ma, come attestato in tante culture antiche, e come pure nelle nostre tradizioni più recenti, la Musica è anche quella dimensione unica e sublime capace di raccordare la Terra al Cielo, la vita all’aldilà.
Su questo sentiero, prezioso quanto inafferrabile, corre il filo della memoria e del reciproco, profondo amore che lega il mondo dei vivi a quello dei propri cari estinti. A due anni dalla scomparsa del dott. Azzaretti, Domenica 26 Febbraio con inizio dalle ore 17, si terrà in sua memoria il Concerto “Dalla Terra al Cielo”, organizzato dall’Associazione Alia Musica nella Collegiata di San Lorenzo, splendido Duomo della città eretto in forme rinascimentali – su una preesistente Chiesa parrocchiale - all’inizio del XVII° secolo sul modello bramantesco del Duomo di Pavia. A testimoniare la continuità tra passato e presente del culto e del valore artistico dei tesori custoditi nel Duomo, è il prezioso, piccolo reliquiario, capolavoro dell’ oreficeria gotica, contenente un frammento della Sacra Spina e conservato in San Lorenzo da oltre settecento anni.
Preziosi tesori artistici e morali per la celebrazione che Domenica 26 si leverà dalle volte di San Lorenzo in Voghera. E sarà la Musica a parlare, con la voce della Soprano Silvia Martinelli, con Andrea Trovato all’Organo, gli Archi di UmbriaEnsemble (Angelo Cicillini e Valentina Palazzari, Violini; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello; Graziano Brufani, Contrabbasso) e la Polifonica Vogherese “Angelo Gavina” diretta dal M° Michele Viselli,
Un tributo corale che si innalza dalle pagine altissime di Bach (Corale BWV 147), di Pergolesi (Salve Regina), di Franck (Ave Maria), di Faurè (Pie Jesu) e finalmente di Mozart, con l’esecuzione delle Sonate da Chiesa (K69, K244, K336), del Divertimento per Archi K138, dell’Ave Verum K618, del “Laudate Dominum” tratto dai “Vesperae” K339, e del “Lacrimosa” dal Requiem K626, rimasto incompiuto alla morte dell’artista, metafora di un cammino aperto che la morte non conclude.
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