(ASI) Abbiamo incontrato il cantautore Giuseppe Povia che dopo un avvio di carriera molto positivo, nel 2005 è stato per 20 settimane in testa alla hit-parade grazie al brano “I bambini fanno ooh” e l’anno successivo ha vinto il Festival di San Remo con la canzone “Vorrei avere il becco” è stato messo nel dimenticatoi dai media di massa a causa di alcuni suo testi contrari al politically correct e al pensiero dominante dei radical-chic. Posizione confermato nell’ultimo album, autoprodotto intitolato “Nuovo contrordine mondiale” contenente canzoni polemiche come “Chi governa il mondo” ed “Era meglio Berlusconi”.
Chi è Giuseppe Povia e come nasce la scelta di diventare un cantautore impegnato?
Povia è una persona come tutte le altre. Un cantautore che esprime emozioni e pensieri con le canzoni. Se un tema mi tocca la coscienza o il cuore, mi piace trasformarlo in musica.
Ho scritto anche dei bellissimi brani d'amore.
Nei suoi testi ha spesso affrontato tematiche scottanti, omosessualità, malattie e politica, in un’ottica opposta rispetto a quella dei radical-chic. In termini di popolarità e vendite questa scelta quanto ha pagato e quanto l’ha penalizzata?
Quando i media ti aiutano, vendi anche molti dischi. E' successo così quando lo hanno fatto. Molta gente la pensa come me solo che non è la gente che sceglie la musica da ascoltare. Diciamo che siamo la maggioranza ma non abbiamo potere.
Il suo ultimo lavoro, ordinabile solo on-line, si intitola “NuovoContrordineMondiale” e contiene canzoni fortemente provocatorie come “Chi comanda il mondo?”, “Io non sono democratico” e “Era meglio Berlusconi”. Ci può parlare di questo album e della sua genesi?
E' un lavoro di 4 anni. C'è molta ironia ma anche serietà nei temi trattati. Finanza, economia, amore, sociale, denuncia. Sono 2 CD, in tutto fanno 19 brani. I temi principali sono l'orecchiabilità, la musicalità e la semplicità dei concetti. È un disco obiettivo e studiato.
È un disco normale, sicuramente da non perdere anche perché è a tiratura limitata e raggiunte le 5 mila copie non ne stampo più. Ci sono quasi vicino. Non si trova da nessuna parte, autoprodotto e autodistribuito, è un disco-passaparola solo attraverso Facebook o nei concerti. Per ordinarlo si può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., successivamente la copia viene spedita per posta.
Da cantautore impegnato con una forte coscienza sociale cosa pensa dell’Italia attuale e come immagina il futuro del nostro paese da qui a 5 anni?
Chi arriva al potere è servo di qualcuno che a sua volta è servo dei dettami della finanza mondiale. Chi arriva al potere, prima o poi si arrotonda. È inutile che la popolazione creda che qualcuno arrivi a cambiare le cose anche a favore della gente. Chi ha tentato di farlo è stato fatto fuori antidemocraticamente. L'ultimo fatto fuori? Berlusconi. Colpo di stato nel 2011, lo hanno confermato tra gli altri Bini-Smaghi eTimothy Geithner, ma ormai lo sanno tutti.
Le cose cambierebbero se il popolo fosse consapevole ma non basta. Dovremmo tutti rinunciare agli averi e scendere in piazza seriamente. Chi comincia? Tra 5 anni vedo un'Italia sempre più colonizzata da stranieri, cinesi su tutti. Il primo che dice "razzista" prende un pugno in faccia
Arrivare in cima per un cantautore è molto difficile. Ancora più difficile rimanere ancorato al successo. Qual è la sua ricetta?
Se cerchi successo e consensi non devi mai dire ciò che pensi. Per ora mi godo questo disco che oltre ad essere di aiuto per qualcuno (compreso me) è un successo dichiarato, visto che non è distribuito da nessuna parte e vive solo grazie a Facebook.
Chi comanda il mondo e perché oggi la ribellione dei giovani rimane confinata sui social network?
Il mondo lo comanda Wall Street, le Borse in generale, il terrorismo finanziario, culturale e militare. Il mondo lo comandano i gruppi o lobby o fondazioni grandi o chi muove e decide i sistemi monetari. Insomma, un tempo questa sarebbe stata una risposta complottista, oggi è tutto alla luce del sole. I giovani non sono tutti ribelli su internet, ce ne sono tanti che si attivano anche fuori. Il problema vero è che c'è ancora troppo benessere, quindi sono io che ho sbagliato tutto. Dovevo cantare solo canzoni d'amore.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia