Sono Remmy Williams, nata in Zanzibar e cresciuta in Tanzania. Il mio amore per la musica nasce da quando era piccola, nelle scuole che ho frequentato ero sempre affascinata dalla musica, dai cori scolastichi che facevamo sempre in occasione della visita di qualche politico in visita delle città. All’epoca ero così piccola che non sapevo nemmeno prendere una nota. Dopo qualche anno stando sempre dietro le quinte ascoltando e imparando le canzoni a memoria, poi una volta sentendomi, l’insegnante di canto mi prese e mise i mezzo a gli altri. Da quel momento non ho più mollato la musica. Crescendo avevo anche la passione per la danza, ed ero eccezionale, riuscivo a mettermi in mezzo alle persone più grandi di me ed ero uno spettacolo; quindi spesso ero anche invitata nelle feste private come ballerina, e alla fine mia madre mi comprò dei costumi. Mia madre è una donna molto severa, magari dipende dalle esperienze che ha vissuto, quindi è un po’ difficile in Africa vivere dei propri sogni, spesso i genitori ad certo punto sono concentrati ad essere realistici, e ti spingono verso un futuro sicuro ma non quello dei sogni, anche se io penso che sia giusto provare diverse alternative nella vita, perché non si sa mai.
2) Lei viene dall’Africa, un continente troppo spesso sotto i riflettori per motivi che non hanno nulla a che fare con la musica. Quanto è stato difficile per lei farsi strada in questo mondo, quali difficoltà ha incontrato e quali sono state le esperienze che più l’hanno segnata determinando la volontà di farcela?
L’Africa è un mondo ricco di immagini e suoni, oltre la cultura ci sono i costumi e il sorriso della gente. C’è tanta miserie e sofferenza e i sogni spenti, ma non basta per privare le persone dei sorrisi, dei sogni e delle speranze. In Africa, è un po’ meno difficile fare la musica, l’importante è fare bella musica e la cosa diventa facile. L’immagine e la qualità della tua musica semplifica il tuo inserimento. Ci sono state tante difficoltà e non basterebbe mezz’ora per elencarle tutte. Purtroppo si trova gente poco seria sul lavoro, che imbroglia per denaro, i manager meno seri. Quando trovi l’occasione gisuta magari hai solo 20 giorni soltanto per registrare e ti ritrovi con mal di gola senza voce per due settimane.
3) Lei è una solista eppure può vantare grandi e importanti collaborazioni con eccellenti artisti africani. Queste esperienze cosa le hanno lasciato e lei cosa spera di aver dato a chi ha lavorato con lei?
È bello lavorare con le persone serie, che hanno passione per la musica e ci mettono tutto se stessi per creare un’opera credendo in ciò che fanno, sapendo che se tu hai successo anche loro hanno successo e quando si trova la giusta sintonia si inizia a festeggiare già nello studio di registrazione.
4) Attualmente sta promuovendo il suo singolo Africa. Come nasce questa canzone è cosa vuole trasmettere a chi la ascolta“AFRICA”. È un ricco esperimento o, se preferite, un buon cocktail dal ritmo europeo e americano, la classica dance; a questa base internazionale ho aggiunto lingua e tamburi dell’Africa nei momenti giusti, una mescola perfetta che vorrei desse la carica a chi ascolta questa canzone ed anche le altre.
5) Lei ora sta lavorando al suo album che dovrebbe contenere 10 tracce. Ci può dare qualche anticipazione?
Sto facendo un video nuovo e anche in uscita un album di 10 tracce. A breve, rimane in ascolto è tutto pronto, o quasi.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia
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