Ed è così che le dite sulle corde della chitarra paiono seguire una linea temporale dal Giappone dei Samurai a quello di Yukio Mishima, dall'Inghilterra della “Congiura delle polveri” all' Irlanda del Nord, dall'Argentina di Evita Peron all'Afghanistan di Massoud.
Curatore dell'iniziativa è il Laboratorio culturale “Triskelion” che nel corso del concerto si occupa anche delle riprese, delle fotografie e dello streaming che permette una diretta audio in tempo reale e l'introduzione dei pezzi e del contesto socio culturale espresso sui pentagrammi.
“Con Skoll – ci spiegano Riccardo Merolla e Caludio Millefiorini – Triskelion ha voluto diversificare gli appuntamenti culturali che ormai da cinque anni propone a Perugia. E dalle pagine dei libri a quelle degli spartiti il passo è stato breve: la musica è un'arte nobile, certamente non seconda alla scrittura, per cui speriamo di aver permesso a giovani e meno giovani di venire a contatto realtà e vicende che hanno segnato l'identità sia degli italiani sia di molti altri popoli del mondo”.
Nelle pause tra un'esecuzione e l'altra Marco Petrelli (LS Triskelion) e Skoll commentano le canzoni, ne raccontano l'origine fornendo anche una chiave di lettura rispetto all'attualità. Su Sergio Ramelli ad esempio il richiamo è all'ex Avanguardia Operaia Saverio Ferrari che sarebbe stato proposto dall'amministrazione di Milano quale curatore di un incontro studentesco su razzismo, violenza e odio. “Altro che non violenza! Ferrari – spiega Petrelli – partecipo' a raid contro militanti di destra. Inoltre, proprio da AvanOP veniva il gruppo di assassini che uccise il 19enne Ramelli nel 1975”.
Al termine del concerto, dopo la Bellezza, brano epilogo seguito in coro da alcuni dei presenti, Petrelli si accomiata ricordando i marò detenuti in India e i laziali ancora in fermo in Polonia.
L'artista, visibilmente soddisfatto della serata, ringrazia e saluta. E' ormai ora di cena e il pubblico si siede a tavola. Ci avviciniamo ad Enea Paladino, presidente di Rinascita Universitaria, l'associazione che ha partecipato all'organizzazione del concerto. Secondo Paladino “il pezzo forte dell'iniziativa, oltre alla bravura e alla disponibilità di Skoll, è stato vedere facce nuove, anche di curiosi che, dalle altre sale del locale, hanno seguito le melodie un po' come Pollicino seguiva le briciole, fino ad arrivare qui a godersi testi poetici e una voce meravigliosa. Tutto ciò è la prova di come la musica sia arte universale, capace di scavalcare quegli ostacoli spesso eretti dalla diffidenza e dalla poca conoscenza che gli uni abbiamo degli altri”.